La piaga dei ricatti erotici e delle minacce di revenge porn continua a stringere il nostro Paese in una morsa. La paura dello stigma e la vergogna di poter vedere pubblicate le proprie immagini intimi e troppo spesso anche video erotici, costringere le vittime alla paura e anche all’esporso di ingenti somme di denaro per evitare che la propria privacy e intimità venga violata. Lo scorso 23 agosto, un 50enne di Pavullo, in provincia di Modena, ha deciso di togliersi la vita, ormai troppo stressato e disperato dalla situazione che si era trovato a vivere.
Due uomini sarebbero infatti riusciti ad accedere alle immagini private contenute nel suo telefono, alcune di carattere erotico e sessuale, e avrebbero iniziato a minacciarlo di pubblicarle, nel caso in cui il 50enne si fosse rifiutato di pagare loro un ricatto. L’uomo, inizialmente, avrebbe versato ai due malviventi alcune somme di denaro, per evitare che le immagini e i video venissero pubblicati. Le minacce, però, non accennavano a fermarsi e l’uomo smise di pagare i riscatti, poiché ormai depredato di tutti i suoi averi. Poco dopo, il 50enne, si sarebbe tolto la vita impiccandosi.
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Il 50enne avrebbe lasciato un biglietto, in cui ha spiegato l’inferno in cui è stato costretto a vivere gli ultimi mesi della sua esistenza. La costante paura di vedere le proprie immagini pubblicate online, i ricorrenti messaggi con richieste di denaro e le minacce ricevute dai propri aguzzini. Questi sarebbero stati gli elementi che lo avrebbero spinto al suicidio, unica via di uscita individuata dalla terribile situazione.
Le indagini sul caso sono partite immediatamente ed oggi un uomo di 40 anni è stato arrestato con l’accusa di estorsione aggravata continuata e istigazione al suicidio. La vittima, infatti , più volte avrebbe implorato i suoi aguzzini di porre fine alla questione e avrebbe anche rivelato di aver preso in considerazione il suicidio a causa delle loro azione. A nulla sono servite le suppliche dell’uomo, che ha quindi deciso di porre fine alla sua esistenza.
Sembrerebbe, però, che una seconda persona fosse implicata nelle estorsioni. La polizia sarebbe infatti sulle tracce di un 26enne. Si ipotizza che i due fossero professionisti di “sextorsion“, ovvero la pratica di ricatto online che riguarda materiale di natura sessuale, e che il 50enne non fosse quindi la loro unica vittima.
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