Durante il Milano Pride di ieri, quattro giornalisti hanno denunciato di aver subito molestie sessuali da parte di un uomo che non è stato identificato. L’episodio si è verificato poco prima del punto stampa della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, vicino al carro del partito in via Vittor Pisani. Secondo i racconti dei cronisti coinvolti, l’uomo si è avvicinato al gruppo di giornalisti e operatori tv, palpeggiandoli nelle parti intime e compiendo gesti ancora più espliciti, strusciando i propri genitali su i loro corpi.
Pride: le affermazioni del Pd sul molestatore
Il Pd ha prontamente collaborato con i giornalisti per recuperare eventuali video dell’incidente, inclusi quelli girati dal carro del partito. Attraverso le segreterie milanese e lombarda, il Pd ha smentito categoricamente che l’uomo facesse parte del loro servizio d’ordine e ha espresso vicinanza ai giornalisti colpiti. La segreteria del Pd milanese si è subito attivata per esprimere solidarietà, sottolineando che tali comportamenti sono totalmente estranei allo spirito del Pride.
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“In merito alle testimonianze di quattro giornalisti che hanno raccontato di aver subito molestie sessuali da parte di un uomo estraneo al Partito Democratico durante il punto stampa della segretaria Elly Schlein ieri a Milano, il Pd, a ogni livello, condanna fermamente l’accaduto ed esprime la più sincera solidarietà ai cronisti” hanno dichiarato congiuntamente la segretaria regionale del Pd Lombardia, Silvia Roggiani, e il segretario del Pd Milano, Alessandro Capelli. “Abbiamo contattato i giornalisti coinvolti per esprimere la nostra vicinanza e per fare luce su questa inaccettabile e vergognosa vicenda. L’uomo in questione non ha nulla a che fare con il Partito Democratico. Lavoriamo affinché questa denuncia non finisca nel nulla“.
Tra le vittime, una giornalista di Fanpage
Tra le giornaliste molestate c’è Chiara Daffini, inviata di Fanpage.it, che ha raccontato l’episodio attraverso la propria testata: “Mancavano pochi minuti alle 15 quando mi sono avvicinata al carro del Partito Democratico in via Vittor Pisani a Milano. Dietro il furgone c’era già un capannello di colleghi che mi faceva presagire quanto avrei dovuto sgomitare per riprendere e intervistare la segretaria del Pd“.
Daffini ha proseguito descrivendo come un uomo le si sia affiancato, chiedendole se fosse una giornalista. Dopo aver mostrato il microfono e la videocamera, l’uomo l’ha fatta passare all’interno di un cordone di sicurezza, posizionandosi dietro di lei. Nonostante il caldo soffocante e la calca, Daffini ha iniziato a percepire una pressione sul fondoschiena, che si è rivelata essere il corpo dell’uomo.
“Ho cercato di spostare la mia borsa per creare una barriera tra me e l’uomo” ha detto Daffini. “Ma poco dopo ho sentito le sue mani toccarmi le parti intime. Ho cercato di schivare le palpate e per fortuna in una manciata di secondi Schlein ha terminato di parlare e il capannello si è sciolto. Mi sono allontanata, arrabbiata, ma ancora in dubbio su quello che avevo appena vissuto“. La sera stessa, altri colleghi hanno contattato Daffini per chiedere se avesse subito lo stesso trattamento, confermando i suoi sospetti. “È lì che ho capito di non essermi immaginata niente” ha affermato.
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