Milano, morta Marta di Nardo: il vicino confessa

Ha confessato il vicino per l'omicidio di Marta Di Nardo, la donna che risultava scomparsa a Milano da due settimane

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Una donna di 60 anni di cui non si hanno tracce da circa due settimane e un quartiere convinto che sia morta. Una vicenda particolare che sta avendo luogo in una palazzina del caseggiato Aler in via Pietro da Cortona a Milano.

La scomparsa di Marta di Nardo è stata denunciata dal figlio il 17 ottobre, ma l’ultimo avvistamento della donna risale ai primi giorni di ottobre, tra il 5 e il 6. La denuncia è avvenuta con così tanto ritardo a causa degli scarsi rapporti tra la sessantenne e i suoi famigliari. La donna vive da sola e gli unici contatti sono con i suoi vicini, che però sono ormai convinti che la donna sia morta. Per ora però le indagini accreditano l’ipotesi di un allontanamento volontario.

Il vicino confessa

Ha confessato il vicino per l’omicidio di Marta Di Nardo, la donna che risultava scomparsa a Milano da due settimane. Si tratta di Domenico Livrieri, 46 anni, fermato nella notte perché ritenuto responsabile della morte della donna. “Non volevo, sono dispiaciuto” ha detto l’uomo pregiudicato e ha affermato di aver commesso l’orrore da solo. La donna sarebbe morta dopo un tentato furto: l’omicida ha confessato che voleva impossessarsi del bancomat della vittima.

Milano: la macabra scoperta

L’esito delle indagini per la scomparsa della donna ha avuto un risvolto agghiacciante. È stato fermato l’italiano 46enne, pluripregiudicato come indiziato dell’omicidio di Marta Di Nardo. Il corpo della 60enne è stato ritrovato nella casa in avanzato stato di decomposizione e a pezzi. La terribile scoperta è stata fatta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano e della Compagnia Milano Portata Monforte.

Nella casa inoltre, sono stati trovati alcuni effetti personali della donna.

Milano, Marta Di Nardo e la sua ludopatia

Il cellulare della donna è spento dai giorni della scomparsa. L’ultima cella rilevata è quella del suo quartiere in data 5 ottobre, poi più nulla. Sono stati ascoltati i residenti del palazzo in cui viveva la donna ed anche un uomo che si è presentato come il suo fidanzato.

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I testimoni hanno raccontato di un continuo via vai di gente dalla casa di Marta Di Nardo e della sua tendenza a chiedere soldi in prestito, anche ai suoi vicini. Il tutto per sopperire ai probabili debiti di gioco causati dalla sua ludopatia. Non è chiaro se anche i radi rapporti con i suoi famigliari siano causati dal vizio del gioco. È certo che Marta manca da casa sua ormai da 15 giorni e che nessuno ha idea di dove possa essere.

Non sono state di aiuto nemmeno le telecamere di sorveglianza del palazzo, che purtroppo conservano le registrazioni solo per sei giorni. Il 17 ottobre è stato quindi impossibile visionare i video del 5 e 6 ottobre.

Banconote
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Milano, la testimonianza dell’amica Tanya

I vicini della sessantenne scomparsa non credono all’ipotesi dell’allontanamento volontario ed hanno confessato ai carabinieri il timore che la donna possa essere stata uccisa. Non era un segreto che Marta di Nardo fosse una donna in difficoltà, come testimonia anche il percorso di cura presso il Cps per problemi psichiatrici. Tra tutti, Tanya, una donna che vive nello stesso palazzo della Di Nardo, è quella più preoccupata. “Non era mai successo. Il 27 del mese Marta era davanti alla posta per prelevare la pensione di invalidità. Quei soldi, insieme a quelli del reddito di cittadinanza finivano sempre in dieci giorni. Poi cominciava a chiedere soldi in giro, infatti non la sopportava nessuno. Secondo me ha incontrato qualcuno e ha chiesto dei soldi o è stato uno di quelli che faceva entrare in casa. Qualcosa è successo e Marta non c’è più”, così Tanya ha dichiarato a La Repubblica

Carabinieri
Carabinieri

Milano, oggi il sopralluogo nell’abitazione di Marta Di Nardo

I carabinieri oggi effettueranno il primo sopralluogo ufficiale nell’abitazione della sessantenne, per trovare elementi che possano essere di aiuto nelle ricerche. Finora nell’appartamento sono entrate solo le squadre dei vigili del fuoco, allertate dal figlio della donna. La porta era regolarmente chiusa e non sono stati rilevati segni di effrazione.

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