È morta questa mattina Maria Cristina Gallo, la 56enne che lo scorso anno denunciò un ritardo nella consegna dei suoi esami istologici. La donna questa mattina ha esalato l’ultimo respiro dopo mesi di sofferenza e lotta, finalizzati a far luce su quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità. La donna raccontò di aver richiesto l’esame istologico nel 2023, a seguito di un’isterectomia. L’esame, però, si rivelò pronto solo ad agosto 2024, quando il quadro clinico era già compromesso con metastasi diffuse.
Gallo deciso di denunciare, dando inizio ad uno scandalo che travolse l’Asp di Trapani e che portò alle dimissioni dell’ex direttore generale dell’azienda sanitaria della stessa città. La sua denuncia, poi, diede vita ad una ondata di segnalazioni sui tempi di attesa per i referti medici sui presunti malfunzionamenti del servizio sanitario provinciale.
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Anche il ministero della Salute chiese chiarimento, tramite l’invio di espettori all’Asp. La commissione ispettiva, come riporta Ansa, segnalò nella sua relazione ritardi e criticità nell’elaborazione degli esami. La Procura di Trapani, invece, aprì un’inchiesta per accertare le responsabilità nel ritardo per la consegna del referto. Le indagini, che sono ancora in corso, hanno l’obiettivo di chiarire eventuali responsabilità organizzative e individuali all’interno dell’Asp e dei laboratori coinvolti.
Domani alle 10:30 si svolgeranno i funerali della 56enne, celebrati dal vescovo Angelo Giurdanella. Il sindaco della città, Salvatore Quinci, ha voluto ricordare Maia Cristina Gallo come “una donna che ha avuto il coraggio di denunciare, trasformando il proprio dolore in una battaglia per la giustizia“. Il primo cittadino ha spiegato di credere che il suo gesto abbia concorso a salvare delle vite.
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Ad annunciare la morte della donna è stato il vicepresidente di Italia Viva, Davide Faraone, il quale ha voluto ricordare come la battaglia della donna abbia avuto come nemico quello dell’indifferenze e dei ritardi in ambito sanitario. “Maria Cristina non chiedeva vendetta, chiedeva giustizia. Oggi la salutiamo con dolore“, ha scritto sui suoi canali social.
Il vicepresidente di FI alla Camera, Giorgio Mulè, ha invece parlato di “una mamma tenerissima, una moglie esemplare, un’insegnante innamorata“, promettendo di voler proseguire la battaglia iniziata dalla 56enne. Molto più dure le parole di Carlo Calenda, che ha definito quanto accaduto “una storia che ti fa vergogna re di essere italiano“. Il leader di Azine ha voluto invece mandare un appello a Meloni affinché la Sanità venga commissariata e migliorata.
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