Un maxi processo durato due anni e dieci mesi. La più eclatante operazione contro la ‘ndrangheta in Calabria ma vista prima prende il nome di “Rinascita Scott“, con numeri assurdi: 207 condanne su 322 imputati per un totale di 2.120 anni di reclusione, mentre la procura ne aveva chiesti 4.744. La sentenza del Tribunale calabrese è stata emessa dopo una camera di consiglio durata la bellezza di 36 giorni.
Lamezia Terme, l’aula bunker più grande d’Europa
Torniamo indietro di quattro anni, era il 19 dicembre 2019 e i carabinieri avevano arrestato ben 344 persone: per celebrare un processo così colossale è stata costruita, su richiesta di Nicola Gratteri, l’allora procuratore capo di Catanzaro, a Lamezia Terme l’aula bunker più maestosa d’Europa, capace di contenere più di 1000 persone. Un ambiente di dimensioni enormi, con 103 metri di lunghezza e 35 di larghezza.
Maxi-processo ‘ndrangheta, le accuse
Numeri così non si erano mai visti. Ma questo maxi processo assume un’estrema importanza anche, e soprattutto, per le accuse contestate e per i soggetti finiti sul banco degli imputati, tra cui anche Giancarlo Pittelli, avvocato penalista ed ex parlamentare forzista. Il legale catanzarese è stato condannato a 11 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e anche per due casi di rivelazione di segreto d’ufficio – mentre è stato scagionato per un caso di abuso d’ufficio. Per l’accusa, Pittelli avrebbe usato la sua rete di contatti per avvantaggiare le cosche Mancuso di Limbardi e Fiarè-Razionale-Gasparro di San Gregorio D’Ippona.
I legali del parlamentare di Forza Italia, Salvatore Staiano, Guido Contestabile e Giandomenico Caiazza reputano ingiusta la condanna. “Non ho mai commentato le sentenze, andrò avanti con il mio atteggiamento rispettoso nei confronti della giustizia. I commenti e l’importanza la lascio agli sciacalli e agli impostori seriali”, così scrive su Facebook Pittelli – voglio ringraziare pubblicamente mia moglie, mia figlia e i miei avvocati straordinari e gli amici veri che mi sono vicino”.
Per Michele Mariano, ex finanziere della Dia accusato di concorso esterno e rivelazione di segreto d’ufficio, la condanna è di 10 anni e 6 mesi, mentre per il colonnello Giorgio Naselli, accusato di rivelazioni d’ufficio, 2 anni e 6 mesi. L’ex consigliere regionale Pietro Giamborino è stato assolto dall’accusa di associazione mafiosa, anche se condannato a 1 anno e 6 mesi di prigione per traffico di influenze illecite. La stessa accusa – ma dalla quale è stato assolto – è stata rivolta all’ex assessore regionale Luigi Incarnato.
Le condanne ai Boss
Le condanne più gravi sono arrivate nei confronti dei vertici della ‘ndrangheta vibonese: Saverio
Razionale, boss di San Gregorio D’Ippona, che dovrà scontare 30 anni. Stesso discorso per Domenico Bonavota, considerato il boss di Sant’Onotrio. Condannati anche l’ex latitante Pasquale Bonavota, 28 anni, arrestato nei mesi scorsi a Genova, Paolino Lo Bianco, 30
anni, Antonio Macrì, 20 anni e 10 mesi. Salvatore Morelli, 28 anni e 4 mesi), Rosario Pugliese 28 anni e Antonio Vacatello 30 anni.
“La pervasività dell’organizzazione criminale nella provincia di Vibo Valentia era così radicata, così diffusa, così allarmante, così inquietante che penso possa essere rilevato come non ci fosse nessun aspetto della vita, del tessuto economico e sociale della provincia che non fosse condizionato dalla forza di intimidazione di questa organizzazione criminale così pericolosa” Lo ha dichiarato Vincenzo Capomolla, il procuratore facente funzioni di Catanzaro durante la lettura della sentenza.