Le ossa ritrovate nei boschi di Gravere, in Val di Susa, apparterrebbero a Mara Favro, la donna scomparsa scomparsa tra il 7 e l’8 marzo dello scorso anno da Chiomonte, in provincia di Torino. La conferma sarebbe giunta dall’esame del Dna disposto dalla Procura della Repubblica di Torino, come riportato da Agi. Il luogo del ritrovamento dei resti sarebbe poco lontano dalla località in cui si trova il ristorante in cui la donna lavorava come cameriera.
Come riporta La Stampa, sembrerebbe che la stessa Procura abbia ordinato “accertamenti tecnici irripetibili, in particolare l’autopsia, sul cadavere di Favro, diretti ad accertare le cause della morte della stessa“. L’ordine sarebbe stato notificato questa mattina ai familiari della donna.
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Mara Favro, il ritrovamento dei resti
Le ossa sono state individuate nei boschi di Gravere circa due settimane fa dai carabinieri del Nucleao investigativo di Torino, con i vigili del fuoco. Oltre la zona del depuratore sarebbero poi stati individuati un paio di occhiali da sole che sembravano piuttosto simili a quelli indossati dalla donna scomparsa. Questi si trovavano incastrati in un cespuglio. Nelle ore successive sono poi state individuate le ossa, poi sequestrate e analizzate.
Le ricerche si sono concentrate nella zona boschiva perché si sarebbe trovata nell’area in cui era stata agganciata per l’ultima volta la cella telefonica del telefono cellulare di Favro, prima che si spegnesse del tutto nella notte dell’8 marzo 2024. Le indagini ora si concentrano sulle motivazioni della morte della donna, che dovranno quindi essere chiarite dall’autopsia. Mara Favro lascia una figlia, una bambina di 10 anni, come riporta La Stampa.
L’avvocato della famiglia della donna ha rilasciato una breve intervista a Fanpage.it in cui ha confermato che i famigliari di Favro sono stati avvisati della svolta nelle indagini. Questi sarebbero sconvolti e al momento starebbero riflettendo su quale sia la modalità più adatta per comunicare alla bimba la morte della sua mamma.
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