José Trovato è stato preso di mira per la terza volta sul social network da alcuni profili riconducibili a familiari di un boss mafioso. Il reporter sporge denuncia e dice: «Ho deciso di dire basta»
Il giornalista ennese José Trovato sporge denuncia al commissariato di Polizia di Leonforte dopo che per la terza volta è stato vittima di minacce da parte di alcuni profili Facebook. Le intimidazioni sono arrivate presumibilmente dai familiari di un boss mafioso condannato all’ergastolo.
«In questi anni mi sono abituato a tollerare espressioni fuori dagli schemi provenienti dalle famiglie dei boss, messaggi sibillini, frasi a metà fra detto e non detto, persino attacchi di gente che vuol fare passare il messaggio che chi parla di mafia danneggia questa terra», afferma Trovato.
«Oggi però ho deciso di dire basta. La misura è colma», continua il reporter. Le minacce sono arrivate a commento di un post in cui si annunciava la presentazione del suo libro a Leonforte, riguardo i temi di mafia.
Dopo esser stato apostrofato come «giornalista da strapazzo» e «ridicolo», il reporter è stato invitato a non scrivere più su quei temi. L’Assostampa Sicilia, guidata dal segretario Roberto Ginex, insieme al direttivo del Gruppo cronisti siciliani e della sezione di Enna esprimono solidarietà a Trovato