Il caso dell’omicidio di Roberto Bolzoni, il 61enne trovato morto lo scorso martedì a Lodi all’interno della sua auto, sarebbe vicino ad una svolta. Due persone sono state fermate in quanto indiziate dell’aggressione che avrebbe portato alla morte della vittima. Si tratta di un 48enne e di un 29enne, entrambi residenti a Lodi e conoscenti di Bolzoni.
Secondo quanto si apprende, sembra che i due siano già stati ascoltati dagli inquirenti nel corso della notte. Il primo si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il secondo non avrebbe fatto alcun tipo di ammissione. Gli investigatori sarebbero riusciti a risalire ai due sospetti, tra loro imparentati in quanto zio e nipote, a causa delle impronte digitali riscontrate all’interno dell’automobile della vittima.
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Inoltre, nella loro abitazione sono state trovate tracce di sangue umano. I due avrebbero poi tentato di lavare le loro scarpe, ma su di esse sarebbero state individuate tracce ematiche. I due indagati sono stati trasferiti nel carcere di Lodi e il loro fermo è tuttora “sub iudice“. Ad entrambi è stato contestato il reato di rapina, perché alla vittima mancavano collana e fede d’oro insieme a cellulare, portafogli e chiave dell’automobile.
Lodi, cosa sappiamo della morte di Roberto Bolzoni
I due sospetti, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, conoscevano la vittima da almeno due mesi. Bolzoni era infatti solito andare a prendere in auto e poi passare ore insieme a loro all’interno del centro scommesse Snai di Lodi. Il 48enne sarebbe già conosciuto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio.
Bolzoni è stato ritrovato senza vita all’interno della sua automobile nel quartiere di San Fereolo. La morte sarebbe stata causata dalle 35 coltellate inferte su collo e testa. Nelle ore precedenti la morte, Bolzoni si era recato al Bar Seven, dove aveva preso un caffè, per poi dirigersi verso la stazione e il centro scommesse. Dopo aver lasciato il centro avrebbe dovuto tornare a casa. Al rientro dal lavoro, la sua compagna non sarebbe riuscita a contattarlo ed avrebbe quindi deciso di chiamare le forze dell’ordine per denunciarne la scomparsa.
Il giorno dopo, passando per piazza Omegna a Lodi, la donna nota l’auto del compagno e quindi si avvicina per comprendere cosa fosse accaduto. Al suo interno, quindi, vede il cadavere di Bolzoni, immerso in una pozza di sangue. La donna è stata colta da un malore e soccorsa immediatamente.
++Articolo in aggiornamento++
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