La Sapienza inaugura una panchina rossa contro la violenza sulle donne ma dopo due ore viene distrutta

Un gesto di protesta del collettivo Zaum, che chiede più azioni concrete e meno simboli sia all'amministrazione Gualtieri che a La Sapienza

5 Min di lettura

Non vogliamo panchine, ci vogliamo vive“, ha scritto così sul suo profilo Instagram il collettivo Zaum (Zone Autonome Università e Metropoli) subito dopo aver smontato e buttato nei cestini i pezzi della panchina rossa, inaugurata solo poche ore prima dall’Università La Sapienza di Roma.

image 72

Una protesta contro le mancanze dell’Università e del Comune di Roma nei confronti delle donne che ogni giorno cercano aiuto per salvarsi dalle violenze e dalle molestie che subiscono. “A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo centri antiviolenza e consultori” gridavano alcune ragazze del collettivo studentesco, presenti all’inaugurazione della panchina rossa simbolo della violenza contro le donne, donata all’Università La Sapienza di Roma dall’associazione sportiva A.S. Roma.

La Sapienza, la panchina rossa distrutta dopo poche ore

Solo questa mattina la Rettrice dell’Università La Sapienza, Antonella Polimeni, aveva pubblicato su Instagram la foto della nuova panchina rossa, accompagnata da un commento:La panchina installata oggi è un simbolo che rientra in un percorso di attività culturali, didattiche e di ricerca, in un sistema di servizi, che La Sapienza ha intrapreso da anni e che si consolida con l’impegno di tutta la Comunità Sapienza“.

Un gesto simbolico che, però, è necessario per affermare la presenza della struttura universitaria nella lotta alla violenza di genere, che spesso si annida anche nelle aule universitarie e che subiscono anche molte studentesse. Proprio alcune di queste non sono però rimaste soddisfatte della presa di posizione, ritenuta superficiale e soprattutto ipocrita proprio a causa di alcune decisioni prese dal consiglio universitario e dal Comune di Roma.

Per questo, dopo poche ore, la panchina è stata smontata e poi buttata nei vari cestini dell’indifferenziata dell’Università . “Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse, nell’indifferenziata!“, hanno scritto alcuni contestatori sul profilo del collettivo Zaum, che ha quindi rivendicato il gesto, taggando i profili della Rettrice, del sindaco e della società A.S. Roma.

image 73
Una immagine pubblicata su Instagram dal profilo zaum.sapienza

La Sapienza, una protesta nei confronti della chiusura di un centro anti violenza

Lo striscione di alcuni manifestanti del collettivo Zaum, recante lo slogan “La casa delle donne è nostra” dimostra la volontà di porre l’attenzione sulla chiusura di uno dei centri antiviolenza della Capitale, La Casa Internazionale delle donne, costretto a chiudere a causa della mancanza di fondi erogati dal Comune di Roma. Presente all’inaugurazione della panchina anche il sindaco Gualtieri, incolpato in primis della chiusura del Cav.

Tra i vari cori che si sono innalzati durante il sit-in di protesta organizzato proprio dai collettivi Sapienza, anche uno nei confronti della Rettrice, invitata a scendere tra le strade dell’università per parlare con gli studenti.

La Sapienza, le parole della Rettrice Antonella Polimeni

Starà alla nostra comunità stabilire se l’esempio corretto è quello di chi posa simboli o di chi li distrugge” ha commentato Antonella Polimeni, in riferimento al gesto violento che ha portato alla distruzione della nuova panchina rossa.

Ci sarà tempo -prosegue Polimeni- per capire quali possano essere le ragioni per cui il simbolo universale della lotta contro la violenza nei confronti delle donne, viene violentemente abbattuto. Oggi è invece per noi il tempo di indignarci per l’accaduto, ripristinare la panchina e rinsaldare l’alleanza con tutti coloro che vogliono contribuire a creare una cultura diffusa, trasversale tra le generazioni, basata sul rispetto della persona, dell’individuo in quanto tale. In una giornata come oggi  in cui le nostre studentesse hanno affermato che non intendono più subire, tollerare o assistere ad alcuna forma di violenza voltandosi dall’altra parte, serve sorellanza e solidarietà tra le donne, e tra donne e uomini“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo