‘No space for Bezos‘, si chiama così la protesta che è iniziata a Venezia per boicottare le nozze che dovrebbero celebrarsi tra due settimane, a fine giugno. L’imprenditore convolerà presto a nozze con Lauren e, per l’occasione, Venezia sarà bloccata per tre giorni, si prevede anche un’interruzione dello spostamento sui canali.
Questo perché le nozze, che dureranno tre giorni, coinvolgeranno tantissimi vip e quindi tutto dovrà essere rigorosamente blindato e controllato. Ma ciò ai veneziani non piace e soprattutto ritengono che non sia giusto che questa città, in un periodo in cui il turismo è ai massimi livelli, si blocchi per favorire il matrimonio “di un imprenditore che sfrutta i lavoratori“.
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Per contrastare questo movimento che potrebbe davvero creare problemi alle nozze, il tutto è diventato top secret e ci sono molti segreti sulle varie location e su come si sposteranno tutti gli invitati, ma soprattutto le persone coinvolte. L’idea dei futuri sposi è sorprendere tutti in modo tale da cogliere alla sprovvista chiunque voglia ostacolare le nozze, perché questo matrimonio “s’ha da fare“.
Il piano per bloccare Venezia in occasione del matrimonio di Jeff Bezos
Nonostante il sindaco di Venezia stia cercando di convincere i vari attivisti nel non bloccare le nozze, pare che le varie associazioni si stia già organizzando per far fallire le grandi nozze. In un certo senso ci sarà una “guerra”, ovvero una mobilitazione per ostruire tutti i passaggi perché “questo matrimonio non s’ha da fare”.
Tommaso Cacciari, patron del movimento “No space for Bezos“, ha sottolineato: “Non abbiamo niente contro i matrimoni, non siamo degli squilibrati! Ma non ci piace l’arroganza di questo miliardario che pensa di poter comprare tutto con i suoi soldi, anche Venezia. E nemmeno l’arroganza del sindaco, che gli ha messo a disposizione la Chiesa dell’Abbazia della Misericordia senza vergogna, visto che è uno spazio che si è autoassegnato da imprenditore a una delle sue società, con conflitto di interessi spaventoso“.
Ma il sindaco non capisce come mai questo matrimonio non piace ai cittadini quando, ribadisce, che porterà un guadagno notevole alla città. Ma Cacciari ha voluto sottolineare che lui e la sua organizzazione faranno di tutto per bloccare, in quei giorni, l’accesso alla chiesa dove si dovrebbe tenere la cerimonia.
“Ha messo a disposizione una chiesa geograficamente situata nel cuore della città, all’incrocio tra cinque canali. Se anche dovessero istituire una zona rossa, noi avremmo comunque libero accesso a 200 metri di distanza“, ha detto Alica Bazzoli del Laboratorio occupato Morion, che aderisce anche lei all’ostacolamento del matrimonio.
Venezia protesta in maniera pacifica contro Jeff Bezos
La protesta organizzata a partire da venerdì 13 giugno sarà “pacifica e colorata“, ma il comitato ha sottolineato che il motto sarà: “No space for Bezos”. Questo movimento il prossimo 28 giugno bloccherà tutti i canali d’acqua che portano alla Scuola Grande della Misericordia, dove si terranno le nozze.
Ma questo comitato è stato denunciato per “interruzione di servizio, occupazione del campanile e aggressione agli operatori da parte dell’Ordine dei Benedettini“, ma i protestanti sono convinti che non stanno facendo nulla di male e che ciò che stanno facendo è un loro diritto.
Jeff Bezos: le proteste portano ad uno slittamento del matrimonio
Pare che queste proteste abbiano già portato ad uno slittamento delle nozze che non si terranno più dal 24 al 26 giugno, bensì dal 26 al 28.
Tommaso Cacciari, tra i portavoce della piattaforma No Bezos, ha rivelato perché c’è stata questa protesta: “Non siamo contro il matrimonio in sé, ma contro l’arroganza con cui questo tecno feudatario tratta la nostra città. Sicuramente dal banchetto del Re Sole cadrà qualche osso che farà gola a qualcuno, ma noi vogliamo difendere la dignità di Venezia che non può fare da sfondo a una persona che sfrutta i lavoratori, appoggia Trump e occupa di fatto la città“.
Nonostante si sta cercando di mantenere i preparativi il più top secret possibile, tutti a Venezia sanno cosa accadrà nei prossimi giorni. Cacciari, a proposito ha detto: “Bezos occuperà con cinque yacht tutte le rive, da quella degli Schiavoni a San Basilio fino alla Marittima. Poi sarà alla Cini, al Lido, alla Madonna dell’Orto, spostandosi come se fosse una sua casa privata, in perfetta continuità con la gestione della città del sindaco Luigi Brugnaro che ha, tra l’altro, molti conflitti di interesse proprio sulla Misericordia“. E poi è arrivata la minaccia da parte del movimento: “Faremo in modo di mandargli la torta nuziale di traverso, andremo all’assalto e ci butteremo in canale se serve”.
Dall’altra parte però, il sindaco ha sottolineato come queste nozze “daranno lavoro a tantissimi veneziani e non“, secondo il primo cittadino non bisogna disdegnare questo grande evento che porterà un beneficio economico alla città.
Chi beneficerà del matrimonio di Bezos?
C’è un altro dilemma, ci si potrebbe chiedere perché ostacolare un evento del genere quando sicuramente porterà un beneficio economico alla città non indifferente, molto di più di quello che porterebbero i turisti in un solo weekend.
Ma la manifestazione sostiene che questo evento in realtà arricchirà solamente le piccole lobby: “I soldi andranno alle solite lobby dei gondolieri e dei taxisti. Gli alberghi? Sono gestiti dal capitalismo finanziario, non certo dalle famigliole del posto“, ha detto Stefano Micheletti del Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune.
Anche Zaia è sbigottito di ciò che sta succedendo, a proposito ha detto: “Io non capisco questa protesta per 200 persone, quando in certi giorni a Venezia arrivano fino a 150 mila turisti. Ma che messaggio di ospitalità diamo come città, regione, Paese? E poi, perché Bezos no e Marco Rossi sì? Solo perché è ricco?”.
Jeff Bezos: cosa accadrà nei prossimi giorni
Tra mercoledì 25 e domenica 29 è prevista una flotta di navi a Venezia, sono stati già bloccati gli hotel più lussuosi: Danieli, Gritti, Aman, Cipriani, Marriott e St. Regis.
Per ora le informazioni che si sanno sono: la festa del 26 al Lido, sotto una pagoda eretta accanto all’Excelsior, lo scambio delle fedi con fuochi d’artificio il 27 nella Fondazione Cini sull’isola di San Giorgio, il gran ballo del 28 nella cinquecentesca Scuola Grande della Misericordia.
Inoltre sono stati noleggiati dai 35 a 50 i taxi ma le rotte sono secretate; solo il giorno prima del servizio, gli stessi taxisti scopriranno chi salirà a bordo e verso quale approdo. Secondo chi lavora lì la protesta dei ‘no Bezos’ non nasce dai veneziani che, anzi, sono curiosi di capire cosa accadrà alla città nei prossimi giorni, ma coloro che sono arrabbiati e pronto a boicottare tutto sono “150 attivisti”.
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