Tutte le nove imbarcazioni della Freedom Flotilla, partite per consegnare aiuti a Gaza, sono state intercettate e trasferite in un porto israeliano nelle prime ore di oggi: lo confermano sia il governo di Tel Aviv sia gli organizzatori della spedizione.
“Un altro vano tentativo di violare il blocco navale legale ed entrare in una zona di combattimento si è concluso in un nulla di fatto”, ha scritto su X il ministero degli Esteri israeliano.
“Le imbarcazioni e i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano. Tutti sono al sicuro e in buona salute. Si prevede che saranno espulsi a breve”.
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Secondo la Freedom Flotilla Coalition, l’intercettazione sarebbe avvenuta in acque internazionali, a circa 120 miglia nautiche da Gaza. Le prime navi colpite sarebbero state la Gaza Sunbirds, la Alaa Al-Najjar e la Anas Al-Sharif, fermate “illegalmente dall’esercito israeliano alle 4.34 del mattino”.
La flotta trasportava aiuti umanitari per un valore di circa 110 mila dollari, tra cui medicinali, apparecchiature respiratorie e integratori destinati agli ospedali della Striscia.
L’appello del medico trentino Riccardo Corradini
Tra i passeggeri della nave Conscience, una delle imbarcazioni principali della spedizione, c’è anche Riccardo Corradini, medico 31enne di Rovereto (Trento). In un video diffuso sui social prima del blackout delle comunicazioni, Corradini ha lanciato un appello: “Mi chiamo Riccardo Corradini, ho 31 anni e sono un medico italiano. Se state vedendo questo video, vuol dire che la nave su cui stavo navigando è stata intercettata e sono stato rapito e portato illegalmente in Israele. Chiedo a tutti di fare pressioni sul governo e sull’ambasciata italiana affinché ci rilascino al più presto”.
Corradini non è nuovo all’impegno per Gaza: nel 2019 fu il primo studente occidentale a svolgere un periodo Erasmus di sei mesi alla Islamic University di Gaza, esperienza che ispirò la sua tesi e il documentario premiato Erasmus in Gaza.
Una nuova missione dopo la “Global Sumud Flotilla”
La spedizione intercettata nella notte segue di pochi giorni la Global Sumud Flotilla, bloccata la settimana scorsa in circostanze simili. Gli attivisti denunciano l’illegalità delle operazioni israeliane in acque internazionali e chiedono la creazione di un corridoio umanitario permanente verso la Striscia di Gaza.
Israele, da parte sua, continua a rivendicare la legittimità del blocco navale imposto a Gaza per motivi di sicurezza e considera “inutili e provocatori” i tentativi di forzarlo.
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