Dalla passione per la musica a “Superquark”: addio a una delle personalità più importanti del nostro Paese
Nato a Torino nel 1928, figlio del medico Carlo Angela, alle sue radici piemontesi Piero non ha mai nascosto di dovere molto. Il carattere teneramente schivo e la tranquilla razionalità lo hanno reso uno dei protagonisti più amati della vita culturale italiana e non solo. E oggi l’Italia piange uno dei personaggi più influenti del panorama culturale.
Dal diploma alla musica
Diplomato al liceo classico di Torino, Piero si avvicina sin da giovanissimo alla musica: a 7 anni inizia a prendere lezioni private di pianoforte, sviluppando un forte interesse nei confronti della musica jazz, che fu protagonista di varie jam-session tenute a 20 anni, nel 1948, in vari jazz club torinesi con il nome d’arte di “Peter Angela”. Il jazz lo accompagna a lungo, ispiratore e aggregatore di vari gruppi musicali, fino all’assunzione in Rai nel 1952, anno in cui Piero abbandona la musica in favore del giornalismo.
Il lavoro giornalistico attraversa le fasi dello sviluppo del Paese
Dopo un primo incarico come cronista collaboratore del “Giornale Radio”, nel 1954, con l’avvento della televisione, Angela passa al telegiornale, dove riveste il ruolo di corrispondente prima da Parigi e poi da Bruxelles, dal 1955 al 1968. Un lavoro iniziato prima dell’avvento della televisione, quando ancora non c’era il maestro Manzi a spiegare agli adulti i rudimenti della scrittura, e portato avanti con interesse e passione. Più volte inviato di guerra: nel 1967, durante la Guerra dei sei giorni, in Iraq e l’anno successivo in Vietnam; nello stesso anno inizia la serie di documentari “Il futuro nello spazio”, dando il via alla propria carriera nella divulgazione scientifica e producendo trasmissioni come: “Destinazione Uomo”, “Da zero a tre anni”, “Dove va il mondo?”, “Nel buio degli anni luce”, “Indagine sulla parapsicologia” e “Nel cosmo alla ricerca della vita”.
Molto amico di Enzo Tortora, in seguito alla triste vicenda giudiziaria con protagonista il conduttore, prende l’abitudine di tenere un diario estremamente dettagliato delle sue giornate, così da avere una prova da mostrare a suo favore in caso di arresto.
La divulgazione scientifica
Dieci anni dopo “Destinazione uomo”, nel 1981, nasce la trasmissione “Quark”, fortunata anche grazie alla messa in campo tutti i mezzi tecnologici a disposizione della comunità televisiva per poter rendere accessibili a chiunque gli argomenti trattati: i documentari della BBC, le interviste con gli esperti, le spiegazioni date da lui stesso tra un filmato e l’altro.
Agli spin-off, quali “Quark speciale”, “Il mondo di Quark”, “Quark Economia” e “Quark Europa”, segue “Pillole di Quark”, nel 1984: clip di 30 secondi su argomenti di cultura generale in onda su Rai 1. In oltre 40 Paesi europei trasmesse le collaborazioni con il figlio Alberto (“Il pianeta dei dinosauri” e “Viaggio nel cosmo”)
Nel 1995 vede la luce “Superquark”, nel corso del quale il divulgatore viene citato, poi assolto, in giudizio per aver imputato l’omeopatia di non avere fondamento certo, mentre nel 2000 “Ulisse”, condotto assieme ad Alberto.
Definito nell’intendere la divulgazione come mezzo per mettere la conoscenza e il sapere a disposizione di chiunque e la conoscenza e il sapere stessi come modo per acquisire consapevolezza di sé e del posto che si occupa nello spazio: «Curiosamente oggi si parla molto di partecipazione, intesa come uno strumento di sviluppo democratico, ma raramente si parla di divulgazione come condizione essenziale per capire e quindi per partecipare. La democrazia non può basarsi sull’ignoranza dei problemi, perché uno dei suoi grandi obiettivi è proprio quello di rendere i cittadini responsabili e consapevoli, in modo che possano esercitare i loro diritti utilizzando meglio la loro capacità di capire».
I riconoscimenti non bastano a spiegarne la grandezza
Un asteroide a suo nome, il “7197 Pieroangela”, 12 lauree honoris causa, tra cui una in pianoforte, 5 cittadinanze onorarie e 4 onorificenze importantissime per la Repubblica, come il cavalierato di Gran Croce dell’Ordine al Merito e la medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte.
Se il valore di un uomo si misurasse in riconoscimenti, Piero Angela sarebbe un uomo di caratura morale inestimabile. Cambiato l’indice di misurazione, il risultato è lo stesso: la serietà e la curiosità che hanno costellato la vita di Piero lo hanno reso uno degli italiani, se non dei cittadini del mondo, più importanti, la cui perdita lascia un grande vuoto nel cuore di moltissime persone.