A 18 anni dal delitto di Garlasco, le porte della villetta in cui Chiara Poggi è stata uccisa si sono riaperte per far entrare inquirenti, investigatori ed esperti della Scientifica. Il motivo? Secondo il Tg1 si tratterebbe di un’attività prevista dagli investigatori al fine di ricostruire un modello della scena del delitto da utilizzare per il proseguimento delle indagini. Un lavoro che ha richiesto circa 7 ore e con cui ora sarà possibile osservare, e quindi valutare, il posizionamento delle tracce e delle impronte.
I carabinieri del Ris di Cagliari, a stretto contatto con i colleghi del Nucleo investigativo di Milano, hanno chiesto alla procura di Pavia, che li ha incaricati, 60 giorni di tempo per poter fornire le risposte a tutti e tre i quesiti richiesti. Ovvero, la mappatura tridimensionale della villetta, il riposizionamento delle foto dell’epoca e non per ultimo la rilettura della dinamica del delitto in base ai risultati ottenuti e alle nuove tecnologie
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Le operazioni infatti si starebbero concentrando tra l’ingresso dell’abitazione dei genitori di Chiara Poggi e la rampa delle scale che porta al seminterrato. Le forze dell’ordine stanno procedendo con analisi fotografiche e scannerizzazioni digitali che permettano di realizzare visioni tridimensionali dei luoghi. Inoltre, all’esterno dell’abitazione è stato fatto volare un drone per alcuni minuti.
All’interno dell’abitazione, presenti i genitori della vittima, Rita e Giuseppe Poggi, il comandante dei Ris di Cagliari, il tenente colonnello Andrea Berti per la Procura di Pavia, che coordina le indagini, e il consulente della famiglia Poggi, Davide Randelli. In qualità di difensore sta partecipando ai sopralluoghi anche l’avvocata Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, in quanto informata dell’accertamento all’interno dell’inchiesta riguardante il suo assistito.
Sembrerebbe, invece, che non sia stata comunicata alcuna notifica ai legali della famiglia Poggi. “Amaramente sorpresi perché il decreto di ispezione è stato reso disponibile alla stampa e non a noi“, hanno infatti dichiarato gli avvocati, che si sono detti perplessi in quanto le attività in svolgimento oggi sarebbero “sovrapponibili” a quelle effettuate in passato. “Al momento non sappiamo quale sia lo scopo di queste ulteriori verifiche“, hanno aggiunto.
Garlasco, l’obiettivo dei nuovi sopralluoghi nella villetta della famiglia Poggi
Secondo quanto riporta Ansa, sembra che le nuove operazioni siano necessarie ad “accertare le tracce e gli altri effetti materiali del reato“, come sarebbe stato scritto dagli inquirenti in relazione alle attività di nuova analisi delle traiettorie delle tracce di sangue e di ricostruzione della dinamica dell’omicidio. Da questa consapevolezza sarebbe nata la necessità di procedere con questa ispezione, attraverso l’utilizzo di “apposita strumentazione tecnica per le misurazioni” e con rilievi fotografici dei luoghi.
Uno degli avvocati della famiglia Poggi, Francesco Compagna, ha poi chiarito che nelle comunicazioni a lui giunte era stato spiegato che tali misurazioni sono necessarie per “ricostruire la scena del crimine, comprese le traiettorie delle tracce di sangue“, e non per cercare oggetti o materiale biologico dell’epoca, in quanto sarebbe passato troppo tempo dal delitto.
I carabinieri, delegati per le indagini dai pm di Pavia, hanno il compito di ricostruire la dinamica dell’aggressione avvenuta 18 anni fa, tenendo in considerazione l’ipotesi della presenza sulla scena del delitto di Andrea Sempio. Tale procedura dovrà essere portata avanti attraverso la cosiddetta “Bloodstain Pattern Analysis“, ovvero una nuova lettura delle tracce ematiche ritrovate su pavimento, muri, telefono, divano, porte e altre zone della scena del delitto.
Quindi, le operazioni in corso oggi sono necessarie a rileggere la traiettoria delle tracce e la dinamica dell’omicidio, al fine di raccogliere eventuali elementi, come le distanze e la collocazione delle varie tracce ematiche rispetto all’aggressione. In questo modo sarà possibile ricostruire una nuova dinamica, considerando la possibilità che l’aggressore si trovasse sulla scale che portano alla cantina, in fondo alle quali è stato ritrovato il corpo di Chiara. Tale nuova ricostruzione nasce dalla presenza dell’impronta “papillare 33“, individuata 18 anni fa sulla parete destra delle scale.
Secondo una consulenza dei pm, tale impronta potrebbe appartenere a Sempio e, vista la sua posizione, fa ipotizzare che l’indagato, nell’ipotesi che possa essere responsabile, non abbia sceso i gradini ma si sarebbe sporto all’inizio della scala, appoggiando la mano sul muro. Ciò spiegherebbe come non siano state rivelate impronte insanguinate di scarpe sugli scalini inferiori, come riporta Ansa.
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