La prima fase del maxi-incidente probatorio sul delitto di Garlasco riprenderà il 19 giugno. Negli uffici della Polizia scientifica della Questura di Milano si sono ritrovati 11, tra periti del tribunale di Pavia e consulenti di procura e difese, per gli accertamenti irripetibili necessari allo sviluppo dell’inchiesta. I periti indicati dalla procura, Denise Albani e Domenico Marchigiani, saranno chiamati ad isolare il Dna dal materiale biologico trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, e anche su altro materiale repertato 18 anni fa nella villetta della vittima. In questa stessa sede, i lavori proseguiranno anche con una valutazione su com’è stata conservata la spazzatura rinvenuta nell’abitazione.
L’incidente probatorio del caso Garlasco
Saranno quindi necessarie altre giornate per verificare quali reperti sono stati recuperati e quali potranno essere utilizzati nell’inchiesta che vede come nuovo indagato Andrea Sempio, amico del fratello della ventiseienne uccisa la mattina del 13 agosto 2007.
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Al momento, secondo quanto riferito da fonti qualificate, da una prima analisi dei reperti contenuti nei plichi agli esami degli esperti, sarebbe emerso che negli scatoloni non ci sono fascette para-adesive ma impronte su fogli d’acetato. Un fattore che potrebbe rendere più complesso condurre gli accertamenti. Inoltre, tra le impronte che si vorrebbero analizzare figura anche la numero 10, trovata nella parte interna della porta d’ingresso alla villetta di via Pascoli, che non è stata attribuita dai consulenti dell’accusa ancora a nessuno.
Mentre, tra i reperti non era presente la nota impronta 33. Il campione in cui dovrebbe essere stato conservato l’intonaco grattato 18 anni fa dal muro delle scale della villetta la cui impressione era stata attribuita a Sempio, non è comparsa, come riferito all’Agi da fonti interne agli uffici della Polizia Scientifica di Milano. L’impronta in questione sarebbe il reperto già analizzato dai carabinieri del Ris nel 2007, ed era risultata negativa all’Obti test e dubbia al combur test per la presenza di sangue.
A margine dell’incidente probatorio, Marco Radaelli, il consulente della famiglia Poggi, ha parlato con i cronisti in merito all’impronta 97F rinvenuta all’interno dell’abitazione che sarebbe una macchia lasciata da una mano insanguinata sul muro di sinistra che accompagna la scala che porta alla tavernetta del villino di via Pascoli. All’epoca fu classificata come semplice traccia di sangue, ma ora gli inquirenti la potrebbero ritenere compatibile con la mano sinistra del killer.
Per Radaelli, però, l’impronta 97F non è attribuibile a nessuno. Ha poi aggiunto: “noi sappiamo che la traccia è quella che certamente ha toccato la maglietta del pigiama che Chiara indossava ma non è ovviamente attribuibile, si tratta di un’impronta su un tessuto e non è classificabile“.
Radaelli è tra gli esperti chiamati a partecipare all’incidente probatorio disposto dalla gip Daniela Garlaschelli nell’indagine su Andrea Sempio. “Siamo a disposizione dei periti e cercheremo di dare il nostro contributo. Siamo molto curiosi, vedremo cosa c’è nei plichi coi reperti di cui tanto si parla, vedremo l’impostazione che i periti vorranno dare ai lavori“.
Presenti in Questura anche anche l’avvocato di Andrea Sempio, Angela Taccia, e il legale della famiglia Stasi, Gianluigi Tizzoni. Da oggi e per almeno i prossimi 90 giorni, gli esperti delle parti cominceranno a lavorare sui reperti dell’inchiesta, vecchi e nuovi, nell’ambito di quell’incidente probatorio i cui risultati varranno come prova nel processo.
I risultati saranno confrontati alla ricerca di un match con i profili genetici di Andrea Sempio, Alberto Stasi e con il dna delle gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara, quello dell’amico di Alberto Stasi, Marco Panzarasa, e quello degli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio: Mattia Capra e Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti.
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