Delitto Garlasco, confermate le prove contro Sempio: cosa succede ora

E' un'esclusiva del Tg1 ed ora ufficializzata dal Procuratore di Pavia, la notizia secondo cui sarebbe stata riscontrata un'impronta di Sempio, unico indagato nelle nuove indagini sulla morte di Chiara Poggi. Il 37enne sarebbe dovuto essere interrogato in Procura a Pavia alle 14, in contemporanea con Alberto Stasi, ma ha deciso insieme ai legali di non presentarsi. Oggi è stato ascoltato anche Marco Poggi, fratello della vittima, a Venezia, dove vive

13 Min di lettura

Il Procuratore della Repubblica di Pavia, Fabio Napoleone, è intervenuto ufficializzando l’indiscrezione circolata ieri a seguito di un’esclusiva del Tg1. Nel corso dell’interrogatorio di Alberto Stasi negli uffici della Procura di Pavia è stato annunciato che i accertamenti scientifici disposti dalla Procura di Pavia avrebbero riscontrato un’impronta della mano di Andrea Sempio vicino al corpo di Chiara Poggi.

Nello specifico, si tratterebbe di un’impronta rinvenuta sulla seconda parete destra delle scale che portano in taverna, vicino al luogo dove è stata trovata senza vita Chiara. E cos’, a quasi 18 anni dal caso di Garlasco, gli inquirenti sostengono che “l’impronta 33 evidenziata mediante l’impiego della ninidrina – si spiega nella nota del procuratore – è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche“. La traccia riscontrata, secondo quanto specificato, è stata analizzata “alla luce della nuova potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software“.

Un dettaglio assolutamente non indifferente è il fatto che la parola “sangue” non sia mai comparsa nelle oltre venti righe con cui il procuratore Fabio Napoleone smentisce questo dato e invita alla prudenza. Di conseguenza, ne viene che la traccia palmare lasciata sulla parete, non è databile quindi non è necessariamente legata all’omicidio della ventiseienne, inoltre il corpo di Chiara Poggi, gettato sulle scale che portano in cantina, scivola per diversi gradini fermandosi quando ne mancano solo tre, quindi distante dal punto in cui l’assassino getta il corpo della vittima. Inoltre, tale impronta ’33’, fotografata e analizzata nel 2007, è stata sottoposta ad esame e l’obti test, l’esame più specifico per cogliere la presenza di sangue umano, che ha dato però “esito negativo“.

Lo storico dell’impronta ’33’ riconducibile a Sempio

Gli accertamenti dei consulenti, nella nuova inchiesta sull’indagine hanno riguardato “tutte le impronte all’epoca dei fatti non attribuite o ritenute ‘non utili’“. Le superficie delle pareti e del soffitto, nel primo tratto della scala che conduce alla cantina di casa Poggi, “sono state trattate, nel corso delle operazioni tecniche e di repertamento eseguite in data 21 agosto 2007 dai Ris di Parma, con una soluzione di ninidrina spray al fine di evidenziare impronte e tracce latenti“. Nello specifico, in data 29 agosto 2007 i Ris hanno proceduto ad ispezionare le pareti e il soffitto delle scale precedentemente trattate individuando l’impronta ’33’ in questione che è stata fotografata.

Il 5 settembre 2007 poi, una parte dell’impronta ’33’, priva di creste “potenzialmente utili” per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l’intonaco con un bisturi sterile. Al momento, l’ufficio sta procedendo ad ulteriori investigazioni sul punto. Nel comunicato viene spiegato che “per una maggiore celerità ed efficienza delle indagini” e al fine di sviluppare un eventuale contraddittorio con la difesa di Sempio, anche per eventuali deduzioni al riguardo, è stata depositata presso la segreteria della Procura la consulenza tecnica dattiloscopica collegiale redatta dai consulenti Tenente Colonnello Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli.

La difesa di Sempio: “Ha frequentato ogni angolo della casa”

Sulla questione è intervenuta oggi la difesa di Sempio, che ha ricordato come il suo assistito abbia a lungo frequentato l’abitazione della vittima, in quanto amico di suo fratello. “Ha frequentato ogni angolo della casa, tranne la camera da letto dei genitori di Chiara e di Marco“, ha spiegato spiega l’avvocata Angela Taccia, che assiste, con il legale Massimo Lovati, Andrea Sempio.

L’impronta, secondo quanto si apprende, sarebbe compatibile con quella di Sempio nella perizia disposta dagli inquirenti, e che è stata anche al centro dell’interrogatorio di oggi di Stasi. Sarebbe stata individuata con una nuova consulenza dattiloscopica disposta dalla Procura di Pavia e che, in questo caso, riguarda una impronta del palmo di una mano di Sempio che frequentava la villetta di via Pascoli in quanto amico del fratello della vittima.

Nuova testimone: “Stefania Cappa aveva invidia per Chiara”

Il caso di Garlasco si caratterizza con nuovi dettagli. Nella giornata di oggi una nuova testimone avrebbe depositato alla Procura di Pavia alcune confidenze che all’epoca del delitto le avrebbe fatto Stefania Cappa. “Mi disse di non essere affezionata alla cugina Chiara Poggi, di non avere particolare simpatia nei suoi confronti“, avrebbe dichiarato, per poi sostenere che all’epoca si sarebbe percepita “dell’invidia o del rancore verso la cugina“.

Sempio non si presenta in procura, l’avvocata: “Codice di procedura penale ti amiamo”

Nel primo pomeriggio di oggi, era atteso il doppio ma separato interrogatorio di Andrea Sempio e Alberto Stasi, che vedeva per la prima volta una precauzione diretta rispetto a una possibile fuga di notizie proprio con la convocazione contemporanea. Stasi è giunto intorno alle 14 alla procura di Pavia, accompagnato dalla sua avvocata Giada Bocellari.

Andrea Sempio invece non si è presentato alla convocazione al Tribunale di Pavia, dove i pm lo hanno atteso a lungo. “Guerra dura senza paura. Codice di procedura penale noi ti amiamo“, ha dichiarato sui social Angela Taccia, avvocata dell’indagato, lasciando intendere che possa esservi stato un errore di notifica rispetto alla richiesta di comparizione davanti ai magistrati di Pavia. Inoltre, la legale ha aggiunto: “Lascia che l’oceano ti insegni che puoi  essere sia calmo che caotico, gentile e forte“.

A fare eco alle parole di Taccia, il collega difensore Massimo Lovati, che ha spiegato come il non essersi presentati di fronte ai pm, è stato “deciso ieri con Andrea“, in quanto l’invito a comparire è stato ritenuto “nullo” dai due legali. “Ora – ha specificato Lovati – ci attendiamo una nuova convocazione con l’avvertimento previsto dal codice e che manca in quello ricevuto“, mentre nel caso in cui non si dovessero presentare ancora ci sarebbe sempre la carta del gip che potrà disporre “l’accompagnamento coattivo“.

Delitto Garlasco, le convocazioni di Sempio, Stasi e Poggi

Interrogato da Cirvaldi e De Stefano doveva esserci Sempio. Non si escludeva che si potesse avvalere della facoltà di non rispondere o che potesse rispondere solo a qualche domanda che si presume riguardi, accanto a forse nuovi temi, quelli già affrontati, come lo scontrino del parcheggio di Vigevano che riporta la data del giorno del delitto e un orario sovrapponibile a quello dell’aggressione, i rapporti con Chiara, una eventuale colluttazione con lei (come da ricostruzione degli investigatori), nonché il motivo delle tre chiamate al telefono fisso di casa Piggi nei giorni precedenti il delitto a cui il 37enne, nella altre due indagini archiviate, ha dato una spiegazione dicendo che era per cercare Marco.

Una spiegazione a cui però i pm non credono in quanto a loro avviso sapeva che era in montagna con i gentiori. Il sospetto quindi è che dietro quegli squilli ci sarebbe dell’altro e non invece la verità. Dopo la decisione di Andrea Sempio e dei suoi legali di non
presentarsi all’interrogatorio, gli inquirenti riflettono su una eventuale riconvocazione, atto che al momento non viene previsto.

Negli uffici della Procura quindi Stasi, sentito come testimone assistito. “Alberto ha risposto ma non posso entrare nel merito. Abbiamo sempre più di fiducia nei pm e negli uomini e le donne dei carabinieri“, a commentato a stretto giro l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, uscendo dal palazzo di giustizia di Pavia dopo l’interrogatorio con i pm dell’unico condannato per il delitto di Garlasco.

Il suo interrogatorio sembra fosse servita per ricevere qualche delucidazione sul giro di amici del fratello di Chiara, se e con quale frequenza si ritrovavano nella villetta di via Pascoli e in che rapporti erano con la sua allora fidanzata, come per l’interrogatorio del fratello della vittima.

Nel mentre, infatti in una Caserma dei Carabinieri del Veneziano, perché è lì vicino che vive e lavora, Marco Poggi è stato sentito di nuovo per raccontare nuovamente le vicende a sua saputa intorno a quel lunedì nero. L’audizione, secondo quanto appreso dall’ANSA da fonti qualificate, è avvenuta in una caserma dei Carabinieri del veneziano. Poggi doveva essere sentito dalla pm Giuliana Rizza.

Nulla si sa al momento dell’esito del confronto, a cui Poggi si è recato con propri mezzi. Ma giungono le parole del legale della famiglia Poggi, Francesco Compagna, che in una nota riferisce come “con la collaborazione degli inquirenti, Marco Poggi ha potuto essere sentito lontano dai giornalisti ed ha risposto serenamente alle domande che gli sono state rivolte“. Circa il rapporto con Andrea Sempio, il difensore spiega che a Poggi “lo lega un’amicizia di lunga data e la convinzione della sua estraneità alla tragica vicenda che ha sconvolto la sua famiglia“.

Le nuove indagini

Le nuove indagini sul delitto di Garlasco proseguono quindi a tappeto da quando, lo scorso 11 marzo, è stato riaperto dopo 18 anni il caso sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 da una persona che sta finendo di espiare 16 anni di carcere secondo le sentenze espresse nei confronti di Stasi, suo fidanzato, che verrà sentito come “testimone assistito“. Da una parte i due, e alla stessa ora, mentre a Mestre viene sentito Marco Poggi, fratello della vittima.

Tra comprensibili difficoltà tecniche per il tempo trascorso da quel 2007, per la prima volta ad essere in discussione è la ricostruzione dell’omicidio, secondo cui Poggi è stata aggredita alle spalle improvvisamente senza lasciarle il tempo di difendersi. L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Civardi e dalle pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, sta mettendo in discussione la convinzione che il delitto sia stato commesso non da una ma da più persone, tra cui indagati Andrea Sempio, amico del fratello della 26enne assassinata.

Si tratta, a detta della Procura, di un’ipotesi fondata non solo su telefonate ritenute sospette, alibi complessi da riscontrare e presunte tracce di Dna che porterebbero al nuovo indagato, ma probabilmente su altri elementi raccolti da inquirenti e investigatori che hanno impresso una accelerata alle attività investigative.

Ma a far supporre che i pm abbiano nuovo indizi a cui stanno cercando i riscontri sono le tre convocazioni di oggi pomeriggio, dalle quali si potrebbe intuire alcuni argomenti su cui i pubblici ministeri stanno lavorando. Si tratta di tre convocazioni separate ma in contemporanea, per evitare eventuali fughe di notizie come si è già verificato in questi mesi, e in cui i magistrato potrebbero svelare le “carte” in gioco, dopo alcune fasi in cui l’attesa mediatica e l’indagine si sono concentrate sulla battaglia delle perizie genetiche e delle opportunità scientifiche sui rilievi e sui reperti.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo
Antichi Telai 1894