È giallo a Fregene, città sul litorale romano, dove il 15 maggio il ritrovamento di una donna senza vita nella sua abitazione ha dato inizio ad indagini serrate. A trovare il cadavere, che apparterrebbe a Stefania Camboni, è stato il figlio. Preoccupato dalla mancanza di notizie, avrebbe deciso di andare a controllare sua madre, trovandosi di fronte la tragica scoperta.
I due, madre e figlio, vivevano all’interno di uno stesso villino, diviso in due appartamenti. In uno, quindi, era residente la donna, nell’altro l’uomo con la sua compagna. Nel corso delle indagini si è reso necessario porre in stato di fermo proprio quest’ultima con l’accusa di omicidio.
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L’imputata, la nuora di Stefania Camboni
La 31enne però resta in carcere come deciso dal gip di Civitavecchia al termine dell’interrogatorio di convalida durante il quale la giovane si è avvalsa della facoltà di non rispondere. In base a quanto è stato possibile apprende il giudice non ha convalidato il fermo ma ha contestualmente emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nei suoi confronti il pm contesta il reato di omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità.
Il legale difensore della donna ha spiegato che “è molto provata ma ribadisce la sua estraneità ai fatti” e ha ricordato come l’arma e il telefono della vittima non siano state ancora trovate e che l’imputata non presenta segni di colluttazione. “Ora attendiamo di leggere l’ordinanza e poi valuteremo se fare o meno ricorso al Riesame“.
Gli inquirenti avevano fermato la 31enne in quanto dalle indagini sembrerebbe che la giovane abbia effettuato delle ricerche piuttosto insolite su Internet, tra cui “come togliere sangue dal materasso” e “come avvelenare una persona“. Tale scoperta sarebbe stata effettuata dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Civitavecchia, che hanno sequestrato il telefono della giovane.
Come riporta Ansa, le autorità non escluderebbero che la donna possa essere stata uccisa nel sonno con diverse coltellate e si indaga anche per comprendere se il ritrovamento dell’auto della donna possa essere un atto di depistaggio. Sul materasso della vittima è stata trovata una macchia di sangue, nascosta da un copriletto.
Fregene, il ritrovamento dell’auto della donna
A rendere il quadro ancora più complesso vi è quindi il ritrovamento del veicolo di proprietà della donna. Questa si trovava a poca distanza dall’abitazione della 59enne, adagiata a bordo strada contro una grata di recinzione divelta e con il finestrino del posto di guida abbassato. Non è chiaro in che modo il presunto incidente possa essere collegato al decesso di Camboni.
I carabinieri hanno ascoltato le testimonianze del figlio e della nuora della donna e avrebbero indagato per comprendere se in famiglia vi siano problemi economici o di altro tipo. Inoltre, si scava nella vita della vittima per capire se avesse avuto discussioni con qualcuno. Sono al vaglio anche le telecamere della zona per comprendere se qualcuno si sia avvicinato all’abitazione e per scoprire in che modo l’auto sia finita contro la grata.
Il racconto dei vicini di casa
In base alle ultime rilevazioni sul corpo della donna sono state riscontrate ferite da arma da taglio. Ad inspessire l’ipotesi si aggiungono anche le dichiarazioni di una vicina di casa della vittima. “Ma quali spari?” Ma quali cani che abbaiavano? Stamattina nessuno di noi ha sentito nulla“, racconta la donna specificando che il ritrovamento dei tagli sul corpo della 60enne inducono a maggior ragione a non escludere alcuna pista investigativa.
“Il marito, Giorgio Violoni, era molto noto in zona – continua la vicina di casa nello spiegare che è deceduto nel 2020 – giocava nel Maccarese calcio ed era un uomo davvero per bene. Con lui ha due figli, uno dei quali, Francesco, ha trovato il corpo senza vita della madre al ritorno dal turno di notte”. Sul corpo della donna sono state individuate 15 coltellate sferrate all’addome e un profondo taglio alla gola.
Fregene, le indagini dopo il ritrovamento della donna
Appena trovato il corpo della 59enne, il figlio ha allertato le forze dell’ordine, permettendo un inizio tempestivo delle indagini. Sul posto sono giunti i sanitari del 118, che hanno però potuto solamente constatare il decesso della donna. I carabinieri sono invece al lavoro, coordinati dalla Procura di Civitavecchia, per capire se dietro la morte della donna possano esservi delle responsabilità. Si ipotizza che la morte possa essere avvenuta nella notte, ma non vi sono certezze.
Nel villino, situato in via Agropoli a Fregene, sono stati svolti i rilievi delle autorità, compresi gli agenti della Scientifica. Secondo quanto riporta Adnkronos, sembrerebbe che all’interno dell’abitazione siano state individuate tracce di sangue, anche se non è stato specificato dove e in quale quantità. La discrezione sul caso è massima e si attende che le indagini portino a qualche altro particolare rilevante. Nella zona limitrofa, gli inquirenti stanno controllando a tappeto l’area alla ricerca di indizi potenzialmente riconducibili all’episodio.
Per il momento, a circa duecento metri di distanza dall’abitazione è stata rinvenuta un’auto, ora sequestrata, che non è escluso possa appartenere alla vittima, adagiata con il muso verso il basso contro una grata di recinzione che appare divelta. E il finestrino del posto di guida è aperto.
Roma Today riporta che gli inquirenti abbiano ascoltato le testimonianze di coloro che erano in casa, tra cui figlio della vittima e la compagna o di chi conosceva la donna, nella speranza di ricostruire le ultime ore di vita della 60enne.
“Conoscevamo la signora di vista, era una persona tranquilla“, raccontano alcuni vicini di Stefania Camboni, che si sono detti sotto shock apprendendo la notizia della sua morte, e scandendo come ignorino ancora cosa possa essere effettivamente successo. “Questa mattina, – spiegano – già poco dopo le 7, abbiamo visto aggirarsi i carabinieri nella zona, che è abitualmente tranquilla“.
++Articolo in aggiornamento++
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