La situazione al limite del vivibile delle carceri italiane continua a rimanere sotto i riflettori delle autorità e dell’opinione pubblica. Il carcere di Sollicciano a Firenze è l’ultima struttura ad aver fatto parlare di sé, a causa di una vicenda particolare che è venuta a verificarsi e che ha previsto anche l’intervento del Garante, che ha deciso di aprire una serie di verifiche per comprendere cosa sia successo nello specifico.
Sembrerebbe che all’interno della struttura detentiva manchi l’acqua calda nelle celle, in particolare nei lavandini che sono presenti al loro interno. Molti dei detenuti avrebbero quindi manifestato il loro scontento, trovando però nel magistrato una figura non favorevole ad ascoltare le loro richieste. “Con riferimento alla mancanza di acqua calda nel lavandino che si trova all’interno delle camere detentive, ritiene questo magistrato che la fornitura di acqua calda all’interno della cella non sia un diritto essenziale garantito al detenuto, ma una fornitura che si può pretendere solo in strutture alberghiere” avrebbe dichiarato il magistrato.
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Una risposta che avrebbe scatenato nuovi ricorsi da parte dei detenuti della casa circondariale di Firenze, che da anni lamentati di trovarsi in condizioni inaccettabili. Molti di essi avrebbero chiesto anche degli sconti di pena, alcuni dei quali sarebbero stati accolti proprio perché ne sono state riconosciute le motivazioni ai sensi dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, che vieta il “trattamento inumano e degradante“.
Firenze, l’intervento del Garante
Il Garante dei detenuti, quindi, avrebbe dato inizio ad una serie di accertamenti per comprendere se i ricorsi rigettati in cui si chiedevano liberazione anticipata, sconto di pena o risarcimento dei danni presentati da vari detenuti nel carcere di Sollicciano a Firenze siano da rivedere. In particolare, saranno avviate verifiche sul rigetto della richiesta di liberazione anticipata di un recluso che in passato aveva tentato il suicidio. Sembrerebbe che la richiesta sia stata respinta perché “il tentativo di togliersi la vita mediante impiccagione è incompatibile con il presupposto della liberazione anticipata che è la partecipazione all’opera rieducativa“.
Le numerose rivolte all’interno del carcere di Sollicciano
Non sono mancate i tentativi di ribellione all’interno del carcere di Sollicciano, dove lo scorso 5 luglio i detenuti hanno mostrato il loro scontento attraverso una rivolta. A queste hanno seguito le ribellioni nei carceri di Viterbo, Trento, Vercelli e Brissogne, dove sono rimasti feriti anche alcuni agenti. “È una ecatombe senza interruzione. Oramai siamo destinati ad assistere inermi a morte e violenze” ha dichiarato il sindacalista Aldo Di Giacomo, segretario del sindacato di polizia penitenziaria (Spp).
Il decreto “Carcere sicuro” è stato approvato dieci giorni fa dal governo, con l’obiettivo di semplificare le procedure, accelerare la burocrazia e umanizzare gli istituti penitenziari con la possibilità di proporre ai detenuti a basso rischio pene alternative. Inoltre, il prossimo 23 luglio luglio sarà discussa alla Camera la proposta di legge Giachetti, che punta alla modifica del sistema di detrazione di pena per la liberazione anticipata dei detenuti, da 45 a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata.
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