Come stato vicine ha fatto scrivere “celibe” e con “diploma di Ragioneria“. Alla voce beni patrimoniali ha risposto “nessuno” e in relazione a condanne riportate, Gianluca Soncin ha detto: “Sì, per reati fiscali”. Sono questi i primi dati che disegnano il profilo del 52enne che lo scorso 15 ottobre ha ucciso la sua compagna, la 29enne Pamela Genini.
L’uomo è attualmente in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato e nell’interrogatorio dinanzi alla pm Alessia Menegazzo e la Polizia, durante cui ha si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha pronunciato poche parole, le minime per l’identificazione. “Lavoro presso l’azienda di mio padre ad Arzignano non ricordo il nome e la stessa si occupa di lavorazione di pellame“, e così Soncin ha spiegato la sua professione per poi, come si legge nel verbale, indicare come residenza l’indirizzo di Cervia, ma come “dimora sino alla data di ieri 14 ottobre” quella a Milano.
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Proprio quella via e quel civico, proprio via Iglesias 33, dove ha ucciso con 24 coltellate la 29enne che aveva deciso di rompere la relazione con lui. Proprio quella casa in cui entrò quella maledetta sera con le chiavi copiate che aveva fatto di nascosto, senza lasciare scampo a Genini.
Inoltre, nella ricostruzione della Polizia riportata in un’annotazione si dà atto che nell’auto di Soncin, oltre ad un altro coltello simile a quello usato per uccidere, sono stati trovati anche “diversi psicofarmaci” e che nel portafoglio, che aveva lasciato in macchina, c’erano anche “tre carte di credito” con “dicitura ‘revolut’“. Nel portafoglio della vittima, infine, si legge sempre nell’annotazione, c’era una “somma di denaro complessiva pari a 1.725 euro”.
Le indagini su Soncin
Ebbene, queste le informazioni che è stato possibile raccogliere dalla sua voce al momento dell’interrogatorio e che verranno verificate e approfondite dagli inquirenti che puntano a scandagliare, con attività nei prossimi giorni, la vita come gli affari del 52enne sicché si possa avere un quadro sempre più completo dell’assassino.
Intanto, proseguono anche le indagini in merito alle violenze che Pamele avrebbe subito da Soncin nell’ultimo anno e che sarebbero emerse ascoltando varie persone vicine alla vittima. L’obiettivo delle pm è trovare riscontri soprattutto alle dichiarazioni rese dall’ex fidanzato di lei, poi rimasto suo amico, che la sera del delitto ha dato l’allarme alle forze dell’ordine. I pubblici ministeri in sostanza intendono ricostruire tutti gli episodi di violenza e minacce di Soncin nei confronti della giovane, e si cercherà nel telefono e nei vari dispositivi del 52enne che sono stati sequestrati e che saranno analizzati con la formula dell’accertamento irripetibile.
Oltre ai tabulati telefonici, la Procura dovrà raccogliere, tra l’altro, tutta la documentazione che riguarda la lite avvenuta a Cervia, a casa di Soncin, nel settembre dell’anno scorso. Una lite per cui lei è ‘scappata’ a Bergamo dai suoi genitori ed è andata all’ospedale di Seriate per via di un dito rotto. Episodio su cui c’è un rapporto dei carabinieri, poi trasmesso ai loro colleghi della località balneare in provincia di Ravenna, ma non una denuncia di Pamela. Probabilmente per paura e perché già minacciata, ha ritrattato e minimizzato. Pertanto il caso è stato ‘declassato’ tra quelli non gravi.
Genini, gli ultimi messaggi inviati all’ex
Per il momento, sono state rese note le chat, quegli ultimi messaggi che Genini si è scambiata con il suo ex fidanzato poco prima di venire aggredita e uccisa. Una conversazione da cui emerge tutta la paura, tutto il timore e la preoccupazione della 29enne quando il compagno è entrato in casa con una copia delle chiavi.
La chat integrale è riportata negli atti dell’inchiesta mentre sono noti i messaggi scambiati tra le 21.35 e 21.36, i clou. Tra le 21.35 e le 21.36 Pamela scrive: “Teso ho paura ha fatto doppione chiavi mie e entrato ora in casa nn so che fare chiama polizia“. E l’amico risponde: “cosa cazzo dici“. Lei: “X favore“. Lui: “Ok“. Ancora la giovane: “E da denuncia“. E lui chiede conferma sul suo indirizzo: “via Iglesias numero ? Int 11“. Pamela: “2 piano X digli X favore d nn suonare però a me“.
Sempre alle 21.36 l’amico: “Numero civico?“. Lei: “33“. Alle 21.37 ancora: “Ho paura però nn devono suonare capito che entrano e basta“. Due minuti dopo: “teso nn so che fare sono spaventata“. L’ex alle 21.43: “Ti stanno chiamando“. Lei dopo due minuti: “Nn posso rispondete teso ho paura t rendi conto cosa ha fatto“. Un minuto dopo: “Questo è matto completamente nn so che fare“. E alle 21.52 l’ultima richiesta di aiuto: “Teso che faccio?“. L’amico prova a tranquillizzarla ancora dicendo che la Polizia sta arrivando e che anche lui è partito, ma non riceverà più risposte.
Per Soncin, accusato dai pm di omicidio volontario con cinque aggravanti, tra cui premeditazione, stalking e crudeltà, è stata emessa ieri ordinanza di custodia cautelare in carcere dal gip Tommaso Perna, che ha confermato l’imputazione della pm Menegazzo e dell’aggiunta Mannella.
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