I primi risultati dell’esame autoptico condotto sul corpo della 29enne, Pamela Genini, rivelano che Gianluca Soncin le abbia inferto almeno, anzi più, di 30 coltellate. Tre di queste letali inflitte nella zona del torace.
Il numero di fendenti subiti dalla giovane donna è risultato essere quindi superiore a quello emerso dai primi accertamenti medico-legali condotti sul cadavere, che illustravano 24 colpi. In ogni caso, come consuetudine, occorrerà attendere ulteriori approfondimenti per capire in particolare se ci siano state altre ferite fatali nella zona del collo di Pamela.
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Il fatto che i colpi siano stati oltre 30, testimonierebbe ancor di più quella che è stata definita dal gip Tommaso Perna, “follia omicidiaria” di Soncin, come emerso dal testo del provvedimento di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare del carcere.
Si tratta quindi a tutti gli effetti di un dettaglio non indifferente, che porterebbe gli inquirenti a sostenere con ancor più dimostrazione che il 52enne di origini biellesi abbia agito con crudeltà. In sostanza, parecchi fendenti non hanno attinto gli organi vitali della 29enne, “con la conseguenza che hanno determinato una sofferenza non trascurabile alla vittima, che peraltro per un tempo allo stato non quantificabile, ma sicuramente non istantaneo, ha acquisito consapevolezza dell’imminente fine“. Pamela Genini, quindi, si sarebbe accorta che stava morendo.
Intanto, le indagini proseguono serrate per cercare di ricostruire l’esatta dinamica del violentissimo e crudele femminicidio compiuto lo scorso 15 ottobre in quel di via Iglesias a Milano e con cui è stato deciso che la vita di Pamela dovesse finire solo per aver chiuso una relazione.
Parallelamente alla ricostruzione, si muovono anche gli approfondimenti e le indagini nel merito delle violenze che la 29enne sembra abbia subito nell’arco dell’ultimo anno sempre per mano di Soncin. Per il prossimo lunedì è fissata in calendario la riunione operativa tra inquirenti e investigatori in vista della raffica di acquisizioni che verranno disposte nell’indagine.
L’obiettivo ultimo dei pubblici ministeri, Alessia Menegazzo e della aggiunta Letizia Mannella, è trovare soprattutto riscontro con quanto testimoniato dall’ex fidanzato della vittima con la quale è rimasto caro amico e che la sera del delitto ha allarmato le forze dell’ordine di quanto Pamela stava per vivere.
E così, oltre a scavare nel profondo della vita del 52enne con precedenti, un arresto tra le altre cose e una denuncia per maltrattamenti in famiglia da parte della sua ex moglie che verrà difatti sentita dagli inquirenti, i pm cercheranno di ricostruire per filo e per segno ogni possibile episodio in cui Pamela Genini possa essere rimasta vittima di violenze, abusi o minacce.
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