Uno studio presentato al congresso della società Europea di embriologia e riproduzione di Amsterdam, adesso al vaglio di tutta la comunità scientifica, lancerebbe un allarme inaspettato sulla correlazione tra inquinamento e tentativi di fecondazione in vitro falliti. Secondo i ricercatori, infatti, le polveri sottili potrebbero influire sul concepimento artificiale e alterare il risultato di una gravidanza anche fino al 40%.
Questa potrebbe essere una risposta alle difficoltà di trasferimento di embrioni riscontrate negli ultimi anni. Spesso, infatti, le gravidanze non riuscivano ad arrivare a termine oppure il bambino nato poteva presentare gravi deficit e disabilità. Lo studio avrebbe avuto la durata di otto anni, si sarebbe svolto a Perth e avrebbe esaminato 3659 trasferimenti di embrioni congelati da 1836 donne.
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Una notizia destabilizzante per tutte quelle coppie che avendo difficoltà a concepire naturalmente vorrebbero rivolgersi alla fecondazione in vitro. Una soluzione che oltre ad essere costosa, comporterebbe anche tempistiche piuttosto lunghe e sofferte. Lo studio, ad oggi, quindi, aggiunge anche un’altra preoccupazione a questi futuri genitori, che vedono il loro sogno allontanarsi sempre di più da loro.
La ricerca australiana sulla fecondazione in vitro
Un’altra ricerca proveniente dall’Australia, sembrerebbe confermare che l’esposizione alle polveri sottili è direttamente proporzionale alla diminuzione delle probabilità di avere una gravidanza con feto sano e vitale. Si deduce, quindi, che l’inquinamento può incidere negativamente sul valore positivo degli ovociti. Questa problematica, purtroppo, influisce negativamente non soltanto nella prima parte della gestazione, come evidenziato nella analisi di Amsterdam.
L’inquinamento ambientale quindi si rivela di giorno in giorno più pericoloso per la vita umana, ora anche quando questa è ancora nel grembo materno. L’urlo del Pianeta Terra sembra farsi sempre più forte e vicino, per cui la necessità di agire è sempre più imminente.
I fattori climatici influenzano sulla salute
Mentre la correlazione tra polveri sottili e incapacità riproduttiva sembrerebbe più che probabile, non si conoscono i meccanismi intrinseci di questo funzionamento. Ciò che è certo è che i drastici cambiamenti climatici pongono sulla vita umana continue minacce alla stessa sopravvivenza, pertanto anche la riproduzione umana non può esserne esente.
Sebastian Leathersich, autore dell’indagine di Amsterdam, esterna la sua preoccupazione affermando l’estrema necessità di ridurre al minimo l’esposizione ai fattori inquinanti, specialmente per chi desidera generare figli. Questi risultati evidenziano che i fattori inquinanti, disgraziatamente, influiscono pesantemente oltre che per le persone già nate, ma anche malauguratamente sui nascituri.
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