Neurologi, Formatori indipendenti e Rappresentanti dei Lavoratori uniti in un progetto di inclusione sociale di persone con Epilessia.
L’inserimento lavorativo di persone con epilessia sono state al centro di un progetto promosso dall’Area Sanità di ISTUD, dalla Lega italiana contro l’Epilessia e dalla UIL-Comunicazione di Roma e del Lazio.
Il progetto è quello di attivare tirocini per permettere a persone affette da epilessia di maturare esperienze lavorative che possano determinare la loro inclusione sociale.
L’epilessia è una malattia neurologica e in Italia ne soffrono circa 500mila soggetti. Il rischio per le persone che ne sono affette si concretizza con il ripetersi di manifestazioni somatiche improvvise e involontarie che possono influire negativamente sul lavoro e sulla qualità della vita.
Una persona diagnosticata come epilettica troppo spesso viene identificata con uno stereotipo che può provocare ripercussioni negative sulla sfera personale e sociale. La LICE, ISTUD e la UIL-Comunicazione hanno presentato un circostanziato rapporto e condiviso alcune narrazioni di esperienze di inserimento di persone con epilessia.
L’analisi «Epilessia e lavoro»
Tra i dati rappresentati si evidenzia come il 60% delle persone con età media di 37 anni non hanno un’occupazione a causa della loro epilessia. Questo dato è stato anche il punto che ha dato il via al progetto di inclusione sociale che ha posto al centro dell’attenzione le possibilità di gestione delle crisi epilettiche sui luoghi di lavoro.
«Spesso accade che le persone che soffrono di epilessia – in sede di colloqui di lavoro – decidono di non dichiarare la propria condizione perché hanno paura di essere tagliate fuori. Dalle nostre analisi emerge quindi una grande sfiducia e una grande paura di essere lasciati indietro», ha affermato Paola Chesi di ISTUD.
Ma cosa accade a chi decide di dichiarare nel colloquio di lavoro di essere affetto da epilessia?
Dall’universo preso in esame dalla ricerca, a fronte del 16% di persone che hanno dichiarato di avere la malattia, il 14% è stato successivamente rifiutato ai colloqui di lavoro.
Il ruolo e il pensiero di chi i lavoratori affetti da epilessia li rappresenta
«Pensando alle persone affette da epilessia come rappresentanti dei lavoratori abbiamo contattato la Fondazione LICE – Lega Italiana contro l’epilessia – che ha accolto con entusiasmo il nostro interesse. Da questo incontro con LICE è nato il progetto di inclusione sociale che stiamo portando avanti», ha sottolineato a Il Difforme il sindacalista UIL-COM Stefano Ricci.
Spiega il sindacalista che «Epilessia e lavoro è un progetto che nasce come programma di Formazione per le aziende ed è rivolto all’insieme di persone che si occupano di Risorse Umane, di Rappresentanza dei Lavoratori per la Sicurezza e di quei professionisti che sono incaricati di affrontare e risolvere problematiche di dipendenti diversamente abili».
La realizzazione del progetto «Epilessia e Lavoro» lega il risultato a quanto sapranno fare le HR, gli RLS e i Disability Manager. L’obiettivo sembra abbastanza delineato: aiutare concretamente le persone affette da epilessia, investendo sul loro futuro professionale.
«Con il nuovo anno – afferma il sindacalista Stefano Ricci – verranno attivati dei tirocini. Il progetto è quello di permettere alle persone oggetto di questo percorso di svolgere un’esperienza lavorativa vera, sempre in smart working, in modo da maturare esperienza e di poterla poi mettere a frutto».
L’obiettivo di questa iniziativa è aiutare concretamente le persone affette da epilessia, investendo sul loro futuro professionale.
Le aziende che possono offrire tirocini alle persone del progetto possono prendere contatto con la fondazione LICE o con la UILCOM di Roma e Lazio.