Non uscire nelle ore in cui il caldo è più intenso, idratarsi ed evitare sforzi eccessivi. Sono queste le linee guida degli specialisti necessarie a superare l’ondata di temperature anomale che sta investendo il nostro Paese. Un caldo torrido e asfissiante che purtroppo ha già causato due vittime nel nostro Paese: un operaio in Emilia Romagna e una donna di 53 anni a Bagheria. Quest’ultima è deceduta a Bagheria mentre passeggiava nella via Aiello del grosso centro alle porte di Palermo, dopo essere stata colta da un malore a causa dell’afa.
Oggi, invece, due operai sono stati colti da malore per il caldo o per esalazioni mentre stavano lavorando in una buca, a Tezze sul Brenta, in provincia di Vicenza alle 15:30. Uno dei due è in condizioni gravissime: si trova in coma dopo essere stato sottoposto a rianimazione, intubato e portato in elicottero all’ospedale San Bassiano del Grappa.
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Di fronte a questa emergenza, le Regioni italiane hanno iniziato a prendere provvedimenti per evitare il peggio. A preoccupare sono i lavoratori che operano all’aperto, che rischiano di dover svolgere il loro turno sotto il sole cocente a temperature non sostenibili per l’essere umano. Sono 13 i territori che hanno già agito in questo senso, emanando decreti specifici con divieti e consigli per le aziende e le società presenti in Italia.
In particolare, si è deciso di agire per vietare il lavoro esterno dalle ore 12:30 alle 16 nei giorni da bollino rosso. Le giornate più pericolose saranno segnalate in base ai dati di worklimate, un sito che permette di conoscere la situazione di un territorio tramite una semplice ricerca. I divieti, quindi, non saranno in atto in tutti i giorni della stagione estiva, ma solamente in quelli in cui le temperature raggiungeranno picchi preoccupanti.
Già domani e dopodomani saranno ben 18 le città da bollino rosso, in cui il caldo raggiungerà temperature da record e l’umidità peggiorerà la situazione. Si tratta di Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Perugia, Torino, Ancona, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Palermo, Rieti, Roma, Trieste, Verona e Viterbo. Il mese di luglio si apre quindi con un’emergenza da non sottovalutare e figlia di un cambiamento climatico che di anno in anno diventa più dirompente.
Quali sono le misure contro il caldo adottate dalle Regioni italiane
Una delle ultime Regioni ad aver adottato un decreto a tutela dei lavoratori è il Veneto di Luca Zaia. Il provvedimento recepisce le “Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare“, approvate in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. All’interno del testo viene raccomandato ai datori di lavoro di limitare o evitare le attività lavorative nelle ore più calde della giornata.
Inoltre, viene suggerito di inserire nelle turnazioni delle rotazioni del personale per ridurre i tempi di esposizione al caldo, oltre a garantire adeguata idratazione e abbigliamento e dispositivi di idratazione idonei. Non si esclude, poi, che Zaia possa decidere di adottare ulteriori misure urgenti in caso di ondate di calore, per salvaguardare al meglio la salute dei cittadini.
Anche in Sardegna sarà vietato il lavoro esterno dalle 12:30 alle 16 nelle giornate da bollino rosso. L’ordinanza resterà in vigore fino al 31 agosto 2025 e risponde all’esigenza di tutelare la salute. Nell specifico, il decreto è finalizzato a ridurre l’impatto dello stress termico-ambientale sui lavoratori per evitare conseguenze gravi per il loro fisico. L’atto si basa sulle indicazioni del Centro funzionale decentrato della Protezione civile regionale, che ha inoltre emesso diverse allerte per temperature elevate nelle scorse settimane.
Dall’applicazione del provvedimento sono escluse le attività di pubblica utilità, protezione civile e salvaguardia della pubblica incolumità svolte da Pubbliche amministrazioni, concessionari di pubblico servizio e loro appaltatori. In Emilia Romagna, così come il Lombardia, è stato emanato un decreto simile che però arriva fino al 15 settembre. La Regione è stata la prima ad emanare il testo, mentre ieri è stato ampliato per coprire anche il settore della logistica.
Le imprese interessate potranno quindi adottare misure organizzative, tecniche e procedurali che evitino di lasciare lavoratori sotto il sole. Gli orari di lavoro potrebbero essere modificati per sfruttare le ore del mattino e quelle della sera, oppure saranno usate tettoie fisse o mobili e cambiamento delle turnazioni dei lavoratori esposti.
Un tentativo di salvaguardare la salute dei lavoratori italiani, a cui spetta di diritto non dover essere costretti a lavorare in condizioni pericolose. L’ondata di caldo si fermerà nel weekend lasciando alcuni giorni di refrigerio al Paese. Già da metà luglio, però, le temperature torneranno ad alzarsi, riportando l’emergenza caldo al centro delle agende delle Regioni e dei comuni italiani.
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