L’origine dell’indagine sulla presunta associazione per delinquere legata all’agenzia investigativa Equalize Srl, con sede a Milano, avrebbe avuto inizio circa due anni fa con un pedinamento di un personaggio che si riteneva legato alla criminalità organizzata lombarda. Questo, secondo gli atti redatti dagli investigatori, avrebbe incontrato proprio Carmine Gallo, il cosiddetto superpoliziotto, indagato per aver compiuto accessi illegali a banche dati al fine di compilare dossier su persone terze.
Grazie a questa scoperta si sarebbe aperto il cosiddetto “vaso di Pandora“, per usare una dicitura del ministro della Difesa Guido Crosetto. Sembrerebbe che al momento del pedinamento l’identità di Carmine Gallo fosse sconosciuta agli investigatori, i quali sono riusciti a risalire all’ispettore di polizia in congedo grazie ad “un’accurata analisi dei soggetti compatibili“. Quindi, secondo gli inquirenti, il fatto che Gallo abbia incontrato un uomo presumibilmente legato alla mala vita lombarda, la cui identità per il momento rimane “omissa“, avrebbe dimostrato il “suo senso di impunità“.
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A convincere gli investigatori dell’identità di Carmine Gallo, poi, avrebbero concorso una serie di altri fattori, che col tempo avrebbero anche permesso di chiarire l’enorme quadro nascosto dietro all’agenzia investigativa Equalize Srl. Sembrerebbe, secondo quanto scoperto dagli inquirenti, che la società, di cui è amministratore delegato Carmine Gallo e socio di maggioranza il Presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali, sia il perno di una presunta attività legata al dossieraggio e alla creazione di banche dati parallele e illegali, riguardanti anche personaggi di spicco della politica italiana.
Dossieraggio, l’incontro tra Gallo e “Omissis“
Il pedinamento risalirebbe all’estate 2022 e avrebbe condotto gli investigatori in piazza Fontana, a due passi dal Duomo di Milano, dove il personaggio legato alla criminalità organizzata lombarda, definito “Omissis” nelle annotazioni, avrebbe incontrato un secondo uomo. Questo si sarebbe rivelato Carmine Gallo sia tramite il riconoscimento facciale, sia perché la sede della Equalize Srl si troverebbe a circa 130 metri dal luogo dell’incontro.
Non è stato specificato il motivo per cui i due si siano incontrati, ma sembrerebbe che questo evento abbia aperto la strada agli agenti per indagare sulla figura di Gallo, il quale era già stato condannato a fine 2019 dalla Corte d’Appello di Milano per rivelazione di segreto e favoreggiamento e poi ha ottenuto la “riabilitazione“. Il superpoliziotto, inoltre, sarebbe anche stato coinvolto “nell’indagine ‘Testuggine’ della Dda di Venezia ed il Ros di Padova aveva accertato il suo coinvolgimento in torbide vicende“, come si legge in una delle annotazioni degli investigatori.
Dossieraggio, l’inizio delle indagini su Gallo
Una volta appurato che il secondo uomo dell’incontro a piazza Fontana fosse realmente Carmine Gallo, gli inquirenti hanno dato avvio ad un’indagine sulla sua persona. Tramite attività tecniche operate su Omissis è stato possibile scoprire un’utenza telefonica usata dal superpoliziotto e “intestata fittiziamente ad un’altra persona“, come si legge nelle annotazioni degli investigatori. Questi avrebbero quindi tentato di ricostruire la rete di contatti del superpoliziotto tramite una serie di utenze riconducibili a Gallo e avrebbero scoperto che uno dei numeri di telefono più contattati fosse quello intestato alla alla Fondazione Fiera Milano e usato da Enrico Pazzali.
Inoltre, sempre secondo quanto riferito dalle annotazioni investigative, sembrerebbe che il fascicolo legato ad Omissis fosse incrociato con una seconda indagine milanese, riguardante la latitanza in Tunisia di Salvatore Accarino, personalità legata a Nunzio Calamucci, altro indagato dell’indagine di Equalize Srl in quanto presunto hacker dell’associazione. Questo secondo filone d’inchiesta, poi, vedrebbe indagato anche Davide Valia, un presunto collaboratore di Equalize che Gallo e Calamucci avrebbero contattato nel 2023 per chiedergli di bloccare un accertamento fiscale su Lorenzo Sbraccia, l’immobiliarista romano che è tra gli oltre 60 indagati nel maxi fascicolo sulla “centrale del dossieraggio“.
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