Un recente studio clinico ha dimostrato che un trattamento non invasivo e non farmacologico può ridurre efficacemente i sintomi del disturbo bipolare in soli 5 giorni. La terapia, denominata “stimolazione intermittente accelerata burs theta” (aiTBS), ha mostrato risultati promettenti come dimostra uno studio pubblicato su Jama Psychiatry insieme Yvette Sheline dell’Università della Pennsylvania. Secondo Sheline, il metodo della stimolazione offre una buona alternativa a chi non trae benefici dalle cure classiche per eccessivi effetti collaterali o affetti da una patologia non rispondente ai farmaci, oltre a diminuire i tempi della terapia.
Disturbo bipolare, come funziona il trattamento?
Con la Theta burst intermittente si utilizza un campo magnetico per creare una corrente elettrica che ha effetto come stimolazione cerebrale non invasiva in una determinata area attraverso il processo denominato induzione elettromagnetica. In questo modo, apportando cambiamenti neuroplastici, contribuirebbe a ridurre gli stimoli depressivi modificando la connettività cerebrale. L’aiTBS è già approvata dalla Food and Drug (FDA) per il trattamento del disturbo depressivo maggiore (MDD), anche se questa è la prima prova per l’efficacia della tecnica sul disturbo bipolare (DB) che comporta episodi di mania o ipomania caratterizzati da pensieri veloci, irrequietezza e sensazione di euforia.
Leggi Anche
Dopo 5 giorni di trattamenti, riduzione sintomi in 24 pazienti
Lo studio in questione, ha preso come campione 24 pazienti affetti da disturbo bipolare non curabile con farmaci. Il protocollo prevedeva 5 giorni di trattamento con 10 sessioni quotidiane, in cui veniva somministrato ogni ora aiTBS attivo e ad altri il placebo. I risultati sono stati misurati attraverso la Montgomery-Asberg Depression Rating Scale (MADRS), uno strumento usato per diagnosticare il livello dei disturbi dell’umore. Gli esiti sono stati rilevati in 3 fasi, prima, il giorno dopo della fine del trattamento e dopo 4 settimane. In conclusione, i pazienti che hanno seguito il trattamento hanno rilevato un’abbondante riduzione dei sintomi depressivi rispetto a chi ha ricevuto il trattamento placebo. L’esito lascia ben sperare che si possano utilizzare tecniche non farmacologiche e non invasive applicabili alla cura di sempre più malattie.
© Riproduzione riservata