Caso chiuso. L’inchiesta sul crollo del ghiacciaio sulla Marmolada, che provocò la morte di undici alpinisti, è stata archiviata della Procura di Trento. Il colpevole? Nessuno. Il disastro è avvenuto per cause naturali. Secondo Enrico Borrelli, il gip del Tribunale di Trento, l’evento non era prevedibile.
Il crollo del ghiacciaio sulla Marmolada del 3 luglio 2022
Il disastro della Marmolada è avvenuto il 3 luglio del 2022, nel primo pomeriggio, intorno alle 14. Il crollo del seracco dal ghiacciaio della Regina delle Dolomiti è avvenuto, secondo i consulenti della Procura, a causa delle temperature elevate che sono state raggiunte quell’anno nella metà di giugno. Quel preciso giorno la colonnina di mercurio segnava 38 gradi.
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Nella colata di ghiaccio, fango e sassi ha travolto alcune comitive di escursionisti, sono morte 11 persone: sette vicentini, una trentina, un trevigiano e due cechi. Inoltre, il disastro ha ferito otto degli escursionisti. 19 in totale le persone coinvolte nella catastrofe naturale.
Gli esperti: “Nessuna responsabilità dell’uomo ”
Il distacco sulla Marmolada, dove la mano dell’uomo questa volta non c’entra nulla, è avvenuto, secondo gli esperti, a causa di diversi fattori. Le ragioni principali sono tre: lo scioglimento della neve, la formazione di torrenti sotto il ghiaccio e le crepe.
Queste sono le motivazioni ufficiali che hanno fornito i periti Carlo Baroni dell’Università di Siena e Alberto Bellin dell’Università di Trento che hanno analizzato il caso insieme a ricercatori universitari e del Cnr.
La Marmolada è un ghiacciaio malato
Per gli esperti, la Marmolada è un ghiacciaio malato. “In trent’anni il ghiacciaio ha più che dimezzato la sua estensione. In soli 10 anni, oltretutto, avrebbe perso più di cinque metri di spessore medio e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio”, così nella relazione ufficiale di 45 pagine.
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