Dopo due settimane di processo per discriminazione di genere ai danni dell’ex segretaria di Robert De Niro, la giuria di New York ha ritenuto la società di produzione del divo di Hollywood, la Canal Productions, colpevole di discriminazione contro la 41enne Graham Chase Robinson.
Secondo quanto disposto al termine del seguitissimo processo, la società dovrà risarcire con 1, 26 milioni di dollari la donna che “aveva accusato l’attore di aver commesso abusi sul posto di lavoro quando si trovava alle sue dipendenze, tra il 2008 e il 2009”.
Robert De Niro è stato, invece, sollevato da qualsiasi responsabilità personale.
Le accuse dell’ex segretaria
Graham Chase Robinson aveva accusato l’attore, che in precedenza l’aveva accusata di essersi appropriata da 5 milioni di miglia aeree per una cifra di 6 milioni di dollari, di aver trasformato l’ambiente di lavoro in un incubo. La donna avrebbe infatti raccontato di aver dato le dimissioni nel 2019 durante un momento di crollo emotivo e mentale, di aver sofferto successivamente di ansia e depressione e di aver smesso di lavorare per quattro anni dopo i fatti nonostante avesse fatto domanda per ben 638 posizioni lavorative.
“Non ho una vita sociale. Sono umiliata e imbarazzata e mi sento così giudicata. Mi sento così danneggiata in un certo senso…ho perso la mia vita. Ho perso la mia carriera. Ho perso la mia indipendenza economica. Ho perso tutto” – ha dichiarato.
Durante il processo l’ex segretaria ha inoltre riportato di episodi in cui sarebbe stata trattata come “una moglie da ufficio” e di aver dovuto spesso svolgere mansioni che non erano di sua competenza, per esempio lavare le lenzuola dell’attore grattargli la schiena, ricevendo un compenso molto inferiore rispetto al personal trainer uomo.
De Niro ha però negato la maggior parte delle accuse. Ha tuttavia ammesso di aver chiesto alla segretaria di grattargli la schiena in più occasioni, ma non ritiene ciò né offensivo né irrispettoso, e di averla rimproverata con epiteti spiacevoli ma senza superare il limite.