L’Ucraina accusa la Russia ma Mosca respinge le accuse: «Si tratta di esodi volontari»
Sono un milione gli ucraini in Russia. Anzi, quasi un milione, 951.329 mila evacuati per l’esattezza, tra i quali sono ben 174mila i bambini. Questa volta però non si tratta di una denuncia da parte di Kiev, bensì di dati che arrivano proprio da Mosca, forniti dal servizio di sicurezza Fsb. Nel comunicato ufficiale si legge infatti che solo nelle ultime ore sembrerebbero essere 10mila i civili residenti nelle regioni separatiste che hanno lasciato i territori dell’offensiva militare russa cercando riparo a Rostov, al di là del confine.
Due versioni della stessa storia
Due versioni della stessa storia. Zelensky ha ripetutamente accusato il Cremlino di aver costretto e di aver indotto con l’inganno i cittadini ucraini a fuggire per cercare riparo nel territorio russo a seguito del sequestro di documenti d’identità e a quelli che sono stati definiti «umilianti interrogatori». Contraria è, però, la versione dei fatti di Mosca che, invece, si riferisce ai civili ucraini presenti nel territorio russo come parte di un «esodo volontario», facendo presente quanti di loro siano già in possesso della cittadinanza russa. Sono stati infatti ben 720mila i passaporti rilasciati sotto procedure d’urgenza agli ucraini residenti nelle regioni del Lugansk e del Donetsk pochi giorni prima dello scoppio del conflitto.
I centri di filtraggio
In ogni caso, l’esistenza di centri di filtraggio, o comunque di centri di controllo, nel territorio russo è stata comprovata da entrambe le parti e da numerose testimonianze. Ed è proprio da tali testimonianze che viene dichiarata la «necessità – da parte di Mosca – di controllare la presenza di eventuali disertori o provocatori ucraini» nei suoi confini. E, allo stesso modo, sono le stesse fonti ufficiali russe a confermare che l’attenzione di questi controlli è rivolta ai «nazionalisti ucraini che tentano di entrare in Russia per evitare di essere puniti».