Interviene il microbiologo italiano responsabile scientifico della multinazionale farmaceutica Gsk: «Quelli attuali non riescono a prevenire i contagi»
Nonostante l’emergenza sia finita il virus continua ad essere molto presente tra noi. Secondo lo scienziato e responsabile scientifico della multinazionale farmaceutica Gsk, Rino Rappuoli, in questa fase servirebbero nuovi vaccini in grado di dare risposte adeguate alle differenti varianti.
In un’intervista a La Repubblica Rappuoli ha spiegato che: «I vaccini attuali non riescono a prevenire i contagi. Proteggono solo per 2-3 mesi, poi il livello degli anticorpi si abbassa, perché vengono iniettati generando un livello di anticorpi alto nel sangue, ma non nelle mucose di naso e gola, dove il virus entra nell’organismo– per questo sarebbe necessario, spiega lo scienziato- creare nuovi vaccini ma mancano finanziamenti».
Rappuoli proprio qualche giorno fa ha partecipato all’incontro con Ashish Jha, coordinatore della risposta al covid per gli Stati Uniti che ha esortato gli esperti di vaccini a livello mondiale a fare di meglio. E secondo lo scienziato italiano, difatti, adesso bisogna cambiare rotta e creare: «Vaccini completamente nuovi, capaci di proteggerci non solo dalle varianti di Sars-Cov2, ma anche da tutti gli altri Coronavirus. Penso poi a vaccini che blocchino il virus nelle mucose di naso e gola, per prevenire le infezioni. Potrebbero essere assunti per bocca, spray nasali o cerotti con minuscoli aghi– ma c’è un problema sottolinea lo scienziato- vaccini simili non li sappiamo fare, di spray nasali che proteggono le mucose ne parliamo da 40 anni, ma nessuno è mai riuscito a farli».
Poi, c’è anche un altro problema non meno importante: mancano i finanziamenti. «Non c’è più lo sforzo di due anni fa– sostiene l’esperto- esistono due o tre trial nel mondo per i vaccini mucosali, niente a che vedere con la mobilitazione del 2020». Infine, Rappuoli spiega: «Si tratta di una tecnologia nuova, di una strada da aprire. Potremmo vedere i risultati fra un anno come fra dieci», precisa lo scienziato.