Cosenza, scarcerato uomo accusato del rapimento della neonata in clinica: “Non sospettavo nulla”

Rosa Vespa, nel corso dell'interrogatorio davanti al gip, si sarebbe addossata tutta la colpa del rapimento, sottolineando l'estraneità di suo marito ai fatti. Lo stesso uomo ha poi dichiarato di non essersi accorto di nulla e di aver creduto che la bimba potesse realmente essere suo figlio

8 Min di lettura

La piccola Sofia, la neonata che è stata rapita dalla 51enne Rosa Vespa e da suo marito, il 43enne di origini senegalesi Moses Omogo Chidiebere, è stata dimessa il 22 gennaio scorso dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza. La piccola, nei suoi primi due giorni di vita, ha già vissuto un incubo terribile e rischiato di dover dire per sempre addio alla sua famiglia biologica. Solo il tempestivo intervento della polizia ha permesso di concludere nel giro di tre ore questa storia terrificante con un lieto fine ed evitare che una giovane famiglia dovesse vivere nella consapevolezza di aver perso la loro bambina.

La coppia accusata di sequestro di persona è giunta oggi in carcere a Cosenza, per sottoporsi all’interrogatorio di garanzia e procedere all’udienza di convalida. A precedere i coniugi all’ingresso del penitenziario Sergio Cosmai, i loro legali difensori, gli avvocati Gianluca Garritano e Teresa Gallucci. L’incontro con i pm è durato circa tre ore e si è concluso con la scarcerazione di Moses Omogo Chidiebere, come deciso dal giudice per le indagini preliminari.

Secondo quanto si apprende, sembra che i due non si siano avvalsi della facoltà di non rispondere ma abbiano preferito dare la loro versione dei fatti. Secondo una prima ricostruzione, quindi, Rosa Vespa si sarebbe assunta tutte le responsabilità dell’accaduto, sostenendo che suo marito non fosse a conoscenza della finta gravidanza e del rapimento della piccola Sofia. Allo stesso modo, Moses avrebbe riferito di aver scoperto quanto accaduto solo al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Sembrerebbe che l’interrogatorio della 51enne sia stato interrotto numerose volte a causa delle crisi di pianto che l’avrebbero colta. La donna non è stata in grado di dare spiegazioni del suo gesto, ma avrebbe sostenuto di non aver pianificato il rapimento, nonostante avesse finto una gravidanza per ben nove mesi. Vespa ha quindi escluso che altre persone fossero coinvolte nel rapimento ed ha dichiarato di non aver mai voluto fare del male alla piccola.

L’avvocato della 51enne, Teresa Garritano, ha dichiarato a La Presse di aver chiesto sia una misura meno dura della custodia in carcere per la sua assistita, sia una visita in carcere da parte di un medico specializzato in psichiatria, accettata dal pm. Il legale di Moses Omogo Chidiebere ha invece dichiarato che il suo assistito “è provato dall’intera vicenda, ma ha confermato di non aver mai sospettato nulla“. Secondo il suo racconto, la moglie era solita mostrargli il pancione.

Cosenza, la ricostruzione del rapimento

Secondo quanto emerso dalle indagini, Rosa Vespa avrebbe rapito la bambina perché non poteva avere figli. La donna, che si era introdotta nella stanza della clinica indossando una mascherina per non farsi riconoscere, aveva detto ai genitori di dover cambiare la piccola. Ma quando, dopo 30 minuti, la neonata non era ancora tornata, i genitori hanno dato l’allarme.

Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza interna alla clinica, si è scoperto che la donna aveva portato via la bambina, per poi salire a bordo di un’auto dove l’aspettava il marito. Dai video che riportano l’allontanamento dei rapitori, inoltre, è stato intuito che i due abbiano avuto una lite nei momenti immediatamente successivi al rapimento. Sembrerebbe, infatti, che l’uomo si fosse reso conto che la moglie aveva prelevato una femminuccia invece del maschietto come la coppia aveva accordato. Dalle riprese, sembra esserci un breve scambio concitato di battute tra Acqua Moses e Rosa Vespa, che poi si sono allontanati rispettivamente con l’ovetto per neonati e la bimba.

L’intervento immediato della squadra mobile della Questura di Cosenza, coordinata dal questore Giuseppe Cannizzaro e dal capo della Mobile Gabriele Presti, ha permesso di intercettare e bloccare la coppia nei pressi di Castrolibero, intorno alle 21:30, con la piccola ancora in loro custodia.

La neonata, illesa ma sotto shock, è stata immediatamente trasportata in ambulanza e riportata alla clinica, dove i suoi genitori, in preda alla disperazione, l’hanno accolta con un grande abbraccio.

Quando la Polizia è arrivata nell’abitazione della coppia a Castrolibero, ha trovato i parenti riuniti per una festa. Rosa Vespa aveva simulato una gravidanza per nove mesi, raccontando ai familiari di essere in attesa di un maschietto. Aveva addirittura organizzato nei minimi dettagli la celebrazione: la casa era decorata con allestimenti azzurri, la bambina rapita era stata vestita come un neonato maschio e un banchetto era stato preparato per accogliere il “nascituro”.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna aveva raccontato ai parenti di essere stata trattenuta più giorni in clinica per accertamenti post-parto, alimentando così la messinscena. La finzione è crollata quando gli agenti hanno fatto irruzione, arrestando la coppia e portandoli in Questura per essere interrogati.

La Polizia, che ha agito con straordinaria rapidità e precisione, ha espresso grande soddisfazione per l’esito dell’operazione. “La priorità era mettere in salvo la neonata e riportarla ai genitori nel minor tempo possibile”, ha dichiarato il questore Cannizzaro. La comunità di Cosenza, ancora scossa dall’accaduto, ha manifestato grande solidarietà alla famiglia della piccola, che è finalmente tornata tra le braccia dei suoi cari.

La mamma: “Ieri siamo morti e poi risorti”

Le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro eccezionale, mentre io avevo perso le speranze un’intera città anzi Regione si è bloccata per cercare la nostra bambina“, questo il toccante messaggio pubblicato su Facebook dalla madre della neonata rapita e fortunatamente ritrovata.

Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che sta bene“, prosegue la donna ringraziando tutti colori che si sono stretti a lei e a suo marito in un momento in cui “la famiglia si stava sgretolando in mille pezzi“. I neo genitori, che devastati dal drammatico episodio si sono sentiti morire e risorgere, hanno mandato il loro affetto con la foto del figlio di 6 anni che bacia la piccola.

E’ stato bellissimo riabbracciare mia figlia, sono contento“, si è invece espresso il padre della bimba che “sta bene“, visibilmente emozionato ma chiaramente stanco dopo aver trascorso ore di inferno. Questa mattina, l’uomo si è recato presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza a riprendere la neonata, per poi tornare alla clinica dove si trova la moglie.

Occhiuto: “Una brutta storia, fortunatamente a lieto fine

Roberto Occhiuto (FI), presidente della Regione Calabria
Roberto Occhiuto (FI), presidente della Regione Calabria

Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, si è stretto ai genitori della neonata e alle famiglie per ciò che hanno vissuto in queste ore. “Oggi tutta l’Italia è stata con il fiato sospeso per alcune interminabili ore durante il rapimento della neonata di Cosenza“, scrive sui social il presidente di regione forzista ringraziando il lavoro compiuto dalle Forze dell’ordine e degli organi coinvolti.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo