Corvetto, Ramy Elgaml è morto sul corpo. Il padre: “Nessuna fiaccolata, basta violenze”

La tensione al quartiere Corvetto di Milano resta altissima, ma i famigliari del giovane chiedono giustizia e uno stop alle violenze. Una dura presa di distanza dagli eventi dei giorni scorsi, che ancora oggi preoccupano i residenti

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Ramy Elgaml sarebbe morto sul colpo. Ciò è quanto è emerso dall’autopsia che è stata svolta oggi sul corpo del 19enne del Corvetto, quartiere di Milano, che ha perso la vita all’inizio della settimana a causa di un incidente stradale, avvenuto durante un inseguimento con una volante dei carabinieri. Al momento però non è stato specificato se le ferite sul suo corpo siano state provocate dal primo impatto con un muretto, dopo essere stato sbalzato via dallo scooter su cui si trovava, oppure dalla caduta del palo del semaforo, divelto dall’autoradio dei carabinieri.

La morte del 19enne avrebbe smosso la comunità del Corvetto, quartiere alle porte di Milano, dove ormai da giorni continuano a verificarsi episodi violenti, collegati ad episodi di protesta messi in atto per chiedere giustizia per il suo decesso. Il timore, infatti, è che Elgaml abbia perso la vita a causa di una responsabilità esterna, ancora da capire.

La famiglia del 19enne ha sin da subito respinto le richieste della comunità, rifiutando di prendere parte a movimenti violenti in nome del 19enne. Ciò che chiedono i famigliari è pura e semplice giustizia, ovvero comprendere se realmente dietro alla morte di Ramy vi possa essere un errore umano, così che questo possa pagare le conseguenze del suo gesto.

Corvetto, le parole dei famigliari di Ramy Elgaml

Non è il momento di fare una fiaccolata, quando bendiamo Ramy andremo al cimitero. Se vogliono fare una fiaccolata non c’è problema ma noi siamo lontani da questa cosa, restiamo a casa“, così il padre del 19enne che ha perso la vita domenica scorsa, allontana nuovamente la possibilità di nuovi scontri. Appena uscito dall’obitorio in cui si trova il corpo di suo figlio, Yeyhia Elgaml, ha dichiarato di aver voluto mandare un messaggio ai ragazzi che nei giorni scorsi hanno scatenato un’ondata di violenza nel quartiere del Corvetto, proprio per chiedere che questi eventi non si verifichino più.

Ho detto basta violenza, non accendete fuochi nelle strade perché Ramy non vuole questa cosa. Per favore, lasciate stare le brutte figure, non fate niente“, ha continuato l’uomo, per poi sostenere di credere nel lavoro delle forze dell’ordine e di auspicare che la verità sulla morte di suo figlio venga alla luce il più presto possibile. “Non vogliamo niente, non cerchiamo soldi, niente, vogliamo solo giustizia e verità, vogliamo sapere cosa è successo al nostro Ramy“, ha invece dichiarato Neda, la fidanza del 19enne, profondamente scossa da quando accaduto e dalle conseguenze che la morte del suo fidanzato avrebbe avuto.

Se c’è qualcuno che ha sbagliato, allora paghi“, ha sostenuto la giovane, sottolineando che Ramy fosse un giovane lavoratore, impegnato dal lunedì al venerdì e solito uscire con gli amici nel weekend. “Tornava alle sei di sera, lavorava, era stanco, nel fine settimana usciva con gli amici. Andava a mangiare qualcosa, faceva un giro e tornava a casa“, ha spiegato la ragazzo, evidenziando come alla magistratura spetterà il compito di fare luce su questa faccenda.

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