Conclave, conclusa dodicesima e ultima Congregazione cardinalizia

Tra preghiera, riforme e urgenze globali, i cardinali tracciano il profilo del prossimo Papa: pastore di comunione, guida di misericordia e speranza

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In attesa dell’intesa sul nome, i porporati hanno concluso l’ultima Congregazione. A meno di un giorni dall’inizio del Conclave, le Congregazioni cardinalizie si infittiscono in una corsa contro il tempo. E così nelle ore che precedono la chiusura delle porte della Cappella michelangiolesca, il mondo trattiene il fiato in cerca di informazioni sul futuro Pontefice.

All’incontro hanno partecipato 173 cardinali, di cui 130 elettori. Sono stati 26 gli interventi che hanno animato la sessione, che ha toccato una vasta gamma di temi centrali per la Chiesa. Durante l’incontro è stato comunicato l’annullamento dell’Anello del Pescatore e del Sigillo di piombo, passaggio simbolico che segna la fine del pontificato precedente.

Le questioni della dodicesima Congregazione

Tra i temi più sentiti, la necessità di portare avanti le riforme avviate da Papa Francesco. In particolare, è stato sottolineato l’impegno nella lotta contro gli abusi, la promozione della trasparenza economica, la riorganizzazione della Curia romana, la sinodalità, l’impegno per la pace e la cura del creato. Questi ambiti rappresentano oggi le responsabilità condivise e profondamente sentite dal Collegio cardinalizio.

Altro tema principale della riflessione è stata la comunione, ritenuta vocazione essenziale per il prossimo Pontefice. Si è delineato il profilo di un Papa “pastore e maestro di umanità“, capace di rappresentare una Chiesa dal volto samaritano, vicino a sofferenze e bisogni dell’umanità. Un cammino che, se inserito in un mondo segnato da guerre e divisioni, ha bisogno di una guida spirituale che sappia offrire misericordia, speranza e unità.

Diversi interventi hanno approfondito aspetti di natura canonica, soffermandosi sul ruolo e sul potere del Papa, nonché sul significato e sullo stile con cui i cardinali sono chiamati a esercitare la propria responsabilità collegiale.

Non sono mancate riflessioni sulla necessità di rendere più significative le riunioni del Collegio cardinalizio durante i Concistori, l’urgenza di promuovere l’iniziazione cristiana e la formazione permanente come atti autenticamente missionari, e il ricordo dei martiri della fede, specialmente in quelle regioni dove la libertà religiosa è negata.

Inoltre, al centro della riflessione vi sono stati il cambiamento climatico, considerato una sfida globale ed ecclesiale, e il dialogo ecumenico, con un rinnovato interesse per una possibile data comune per la celebrazione della Pasqua.

E’ stata anche discussa la Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata la domenica che precede la solennità di Cristo Re. In particolare, è stato messo in risalto il legame profondo tra queste due ricorrenze: la regalità del Vangelo si manifesta nel servizio, mentre la presenza di Cristo nei poveri è segno tangibile del mistero cristiano.

La Congregazione si è conclusa con la lettura di una dichiarazione ufficiale che fa appello alle parti coinvolte nei vari conflitti internazionali per un cessate il fuoco permanente e l’avvio dei negoziati per una pace giusta e duratura, fondata sul rispetto della dignità umana e del bene comune.

La decima Congregazione

All’uscita della sessione mattutina, terminata intorno alle 12.30, la voglia di parlare è poca e i passi lunghi e distesi. Tra i porporati che si sono fermati con i giornalisti il cardinale Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio), che ha rappresentato una situazione di stallo sul nome del prossimo Papa, affermando che “non ci sono stati passi in avanti e indietro“. Mentre il cardinale Raphael Sako, patriarca di Baghdad dei Caldei, si è espresso sulla durata del Conclave: “Secondo me sarà breve. C’è una atmosfera buona, non ci sono tensioni“.

Diritto canonico, ruolo del Vaticano e natura missionaria della Chiesa, “che non si deve piegare su se stessa“. Questi, tra i 26 temi affrontati dai porporati, dei quali nessuno manca più all’appello. Ma non solo, è stato messo in evidenza anche il ruolo della Caritas, “chiamata a soccorrere ma anche a difendere i poveri“. E dopo aver rievocato la preghiera di Papa Francesco durante i difficili giorni segnati dalla pandemia del Covid, i porporati hanno affrontato il tema scottante: il profilo del futuro Pontefice.

Dalla Congregazione, secondo quanto diffuso dalla Sala stampa della Santa Sede, è emersa la speranza, ma anche l’esigenza, di come il successore di Pietro debba essere “una figura presente, vicina, capace di fare da ponte e guida, di favorire l’accesso alla comunione a un’umanità disorientata e segnata dalla crisi dell’ordine mondiale“. In altre parole, un Papaconcreto“. E tra le sfide legate alla trasmissione della fede, alla guerra e alla frammentazione del mondo, i porporati hanno espresso anche la forte preoccupazione in merito alle divisioni interne alla Chiesa stessa.

I preparativi in vista del Conclave

Preparazione del Loggione
Preparazione del Loggione

E così mentre i drappi rossi vengono montati sulla Loggia delle Benedizioni in Piazza San Pietro, i preparativi di quotidiana amministrazione in vista del giorno più misterioso e mistico della fede cattolica, proseguono a vele spiegate. Sabato scorso, come riferito dal Direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, il cardinale Camerlengo Kevin Farrell, ha sorteggiato le stanze da assegnare ai porporati elettori che alloggeranno tra la residenza vaticana Santa Marta e l’adiacente edificio Santa Marta Vecchia. E così già da domani mattina, i cardinali potranno trasferirsi negli alloggi assegnati, dove trascorreranno in categorico isolamento dal mondo esterno, l’intero periodo del Conclave fino all’attesissima “fumata bianca“.

A partire dalle 15 del 7 maggio, poco prima che venga pronunciato l’extra omnes per le 16.30, secondo quanto riportato dall’ufficio di Presidenza del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, “tutti gli impianti di trasmissione del segnale di telecomunicazione per cellulare radiomobile, presenti nel territorio dello Stato della Città del Vaticano, esclusa l’area di Castel Gandolfo, saranno disattivati“.

Il ripristino del segnale “sarà effettuato successivamente all’annuncio dell’avvenuta elezione del Sommo Pontefice, pronunciato dalla Loggia centrale della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, con la massima celerità consentita dalla tecnologia degli Operatori Mobili“. Lo spegnimento dei ripetitori telefonici nelle aree interessate dal Conclave “non riguarderà Piazza S. Pietro”, ha precisato il portavoce Bruni.

Intanto, la Cappella Sistina, che si chiuderà a chiave per accogliere le sessioni di voto, è stata sottoposta ai preparativi in vista del 7 maggio ed è ora in sicurezza sotto la sorveglianza della Gendarmeria vaticana. Alle 15, invece presso la Cappella Paolina, Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano, si è svolto il giuramento degli officiali e addetti al Conclave, sia ecclesiastici che laici, approvati dal cardinale Farrell e dai tre cardinali assistenti, a norma della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis.

La Congregazione serale

Dalle 17 alle 19 si è svolta la seconda Congregazione della giornata, l’undicesima pre Conclave, a cui hanno partecipato circa 170 cardinali, di cui 132 elettori. Bruni, in un briefing con la stampa, ha fatto sapere che ci sono stati circa 20 interventi. Dall’etnicismo in seno alla Chiesa e nella società al tema della migrazione, e “i migranti
come dono
“, ma anche di guerre in alcuni continenti in base anche alla provenienza di alcuni cardinali che hanno parlato.

Il Direttore della Sala stampa ha specificato che i porporati hanno anche trattato nuovamente del Sinodo e dell’ecclesiologia di comunione, di impegno e di responsabilità da parte di tutti i cardinali nel sostenere il nuovo Papa. E infine, della piaga delle delle “sette in alcune zone del mondo“.

Domani mattina alle 9.00 si terrà un’altra sessione, la dodicesima, dopo la quale, “al momento non è prevista un’ulteriore congregazione“. Potrebbe trattarsi dunque dell’ultima prima dell’elezione del nuovo Pontefice.

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