Al via il processo a Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia, imputato per il caso dello sparo che a Capodanno 2024 colpì uno dei partecipanti alla festa nella pro loco di Rosazza, in provincia di Biella. Sospeso dal partito, l’unico imputato deve rispondere di porto abusivo sia di arma da sparo che di munizionamento da guerra, ovvero proiettili esplosivi, dopo che era stato rinviato a giudizio a novembre.
La prima udienza del processo con rito ordinario si è aperta ieri in Tribunale a Biella con la richiesta da parte del legale difensore, Andrea Corsaro, di derubricazione dei due reati, ossia dell’attribuzione al fatto contestato a Pozzolo di una diversa qualificazione giuridica, meno grave di quella indicata effettivamente nella rubrica di reato. La richiesta di riqualifica delle accuse, posta per essere estinte con un’oblazione, quindi con un versamento di una somma pecuniaria, è stata però rigettata dal giudice.
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Infatti, il pubblico ministero, Paola Francesca Ranieri, avrebbe ribadito che tale ipotesi era già stata scartata a suo tempo dal gup. Al contrario, è stata accolta la lista dei testimoni, in cui figurano il Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro e il Consigliere comunale di Biella, Luca Zani.
La lista dei testimoni
L’elenco dei testimoni presentato in aula dall’avvocato difensore di Pozzolo nonché ex sindaco di Vercelli, sarebbe stato stilato con i presenti alla festa di Capodanno. Oltre, Andrea Delmastro, e Luca Zani, anche Davide Zappalà, consigliere regionale di FdI e l’assicuratore Davide Rota. Nella lista, per la Procura, figurerebbe anche il 31enne ferito dal proiettile, Luca Campana, compagno della figlia di un altro testimone, Pablito Morello, ex caposcorta di Delmastro, per di più accusato pubblicamente, in un primo momento, dallo stesso Pozzolo di essere l’autore dello sparo.
Il sostituto procuratore Ranieri ha richiesto anche l’audizione del Maresciallo Andrea Sabatini, ex comandante della stazione di Andorno e titolare delle indagini, del maresciallo Tarantini del nucleo investigativo di Biella e dei due ispettori della divisione amministrativa della questura di Vercelli che hanno classificato la pistola del deputato, come da collezione, non facendola, quindi, rientrare nel porto d’armi.
Tra questi, anche il Maresciallo capo Stefano Orsenigo del Ris di Parma che aveva effettuato i rilievi sull’arma di Emanuele Pozzolo e sui tamponi relativi allo stub, che hanno di fatto incastrato l’onorevole vercellese proprietario del mini revolver, risultato con esito positivo alla presenza di polvere da sparo sulle mani e sugli abiti.
Il giudice Cristina Moser ha accolto tutte le richieste di testimonianza per il processo, tranne quella di Francesca Delmastro, sindaco del paese della Valle Cervo nonché sorella dell’onorevole, riservandosi dopo l’annullamento, la decisione sulla presenza o meno del primo cittadino.
Il caso Pozzolo e lo sparo
Nelle prime ore di un 2024 appena scattato, un proiettile ha colpito e ferito alla gamba Luca Campana, compagno della figlia di Pablito Morello, ex caposcorta del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. Un colpo di pistola partito dal minirevolver dell’onorevole Pozzolo. La vicenda aveva destato non poco clamore, scaturendo diverse polemiche, non solo perché l’arma era di proprietà del parlamentare ma anche per la presenza al veglione del Sottosegretario alla Giustizia. Quest’ultimo risultato estraneo ai fatti e non finendo coinvolto nell’accaduto.
Cosa rischia il deputato
Secondo i pm la pistola, un revolver molto piccolo, sarebbe un’arma da collezione, che non poteva essere portata in giro al pari di altre, nonostante il parlamentare avesse il porto d’armi. Nel caso di porto illegale di armi, dal Codice penale, all’articolo 699, la pena riguarda la reclusione fino a 18 mesi, ma può aumentare se il reato viene commesso in presenza di un raggruppamento di persone. Spetterà, ora, ai giudici fare chiarezza su come siano andate le cose quella notte e stabilire infine, se Pozzolo risulti o meno colpevole.
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