Le carceri in Italia sono quella questione divisiva. Non è un mistero quanto siano teatro di un sovraffollamento sproporzionato e di quando spesso i detenuti vivano in condizioni disumane. A far parlare questa volta è quello di San Vittore in cui un detenuto aveva sporto denuncia per richiedere un risarcimento danni proprio a causa di questo fenomeno, della presenza oltre alla capienza dei reclusi. La questione è stata poi respinta dal Tribunale della Sorveglianza di Milano in totale disaccordo.
Giudice Gloria Gambitta, la verità sulle condizioni del carcere
Sulla sentenza le parole della Giudice del Tribunale della Sorveglianza di Milano, Gloria Gambitta parlano della condizione del carcere. Affermano che le condizioni, se pur non adeguate con possibili disagi, non sono tali da potersi considerare disumane o degradanti. Con queste parole, presenti nel provvedimento viene così rigettato il reclamo del detenuto che ammonisce la struttura definendola priva dello spazio standard previsto dalla norma nazionale europea nel periodo tra il 20 ottobre 2022 e il 20 aprile 2023.
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La Casa Circondariale
Il problema sussiste. Dagli atti riportati dalla Camera Penale, la Casa Circondariale ospita più del doppio dei detenuti rispetto alla capienza, 1007 detenuti rispetto ai 450. In tutta risposta, nell’ordinanza però esprime le condizioni in cui era il detenuto che ha presentato il reclamo. È stato affermato infatti che M.G.B., il 63enne disponeva di uno spazio libero individuale superiore alla soglia di 3 mq avendo occupato una camera di 9 mq con al massimo un altro detenuto. In accordo con le comunicazioni del carcere emerge che le camere sono inoltre provviste di servizi igienici in un’area riservata così da garantire la privacy con infissi. Sono presenti inoltre sistemi di riscaldamento dell’aria oltre alle televisioni. È presente anche un locale docce per ogni piano, accessibile 24h.
Celle chiuse
A far discutere è anche un altro tema, posto in essere da M.G.B. relativo alle celle chiuse. Introdotto nel 2022 il nuovo regime imponeva rispetto alle celle aperte precludeva di non trascorrere tempo fuori dalle celle insieme agli altri detenuti per svolgere attività. Nella denuncia veniva richiesto il ripristino delle celle aperte consentendo di passare almeno 8 ore fuori dalle celle, da parte del detenuto, assistito dalle avvocatesse Valentina Alberta e Francesca Salvatici.
Un report del Ministero
La legge risponde che l’impossibilità ad approvare questa richiesta è causata dalla mancanza di diritto di soggiornare fuori dalla camera di pernottamento se non per i diritti fondamentali di derivazione costituzionali. Tuttavia le condizioni dei carceri e i dati ad essi relativi, confermano la disumanità al di la del quale la centinaia di persone sottostanno. Un report del Ministero della Giustizia rende noto che solo nel 2024 i casi di suicidio per il regime celle chiuse sono da inizio anno 44 circa l’88% mentre 6 in custodia aperta pari al 12%. La questione non finirà qui. Le legali di M.G.B. confermano che provvederanno con un ricorso per entrambe le questioni. Arriverà mai un giorno in cui l’Italia garantirà una vita dignitosa anche ai detenuti?
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