Lo scorso anno nel nostro Paese sono venuti al mondo 392.598 bambini, in calo dell’1,9% rispetto al 2021
L’espressione “l’Italia è un paese di anziani” non è mai stata più vera. A confermarlo l’Istat, che nel suo report annuale segnala come nel 2022 il calo di nascite nel Paese è stato dell’1,9% rispetto al 2021.
Bilancio demografico: trend negativo
Nel 2022 la dinamica demografica continua a essere negativa: al 31 dicembre la popolazione residente è inferiore di circa 179mila unità rispetto all’inizio dell’anno, nonostante il positivo contributo del saldo migratorio con l’estero. Il saldo naturale della popolazione è fortemente negativo. Le nascite risultano in ulteriore calo, ma con lievi segnali di recupero al Sud.
Se nel biennio 2020-2021 la dinamica demografica è stata prevalentemente influenzata dal fattore Covid-19, nel 2022 il verificarsi di alcuni eventi – come l’uscita dallo stato di emergenza sanitaria, la crisi internazionale a seguito del conflitto in Ucraina e l’eccesso di caldo nei mesi estivi – hanno comportato nuovi scenari. L’ulteriore calo di nascite e l’eccesso di mortalità dei mesi estivi lo si deve alle ondate di calore che hanno aggravato la dinamica naturale.
Un nuovo record negativo
Nel 2022 si contano ben 392.598 nascite, circa 7.651 in meno rispetto al 2021 con una variazione dell’-1,9%. Si registra quindi un nuovo record negativo che accentua la denatalità degli ultimi anni. L’aumento delle nascite registrato a gennaio 2022 – +3,4% in confronto allo stesso mese del 2021 – è in linea con il recupero osservato nel bimestre novembre-dicembre 2021, con +10,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. A seguire poi, un calo delle nascite in primavera con -10,7% a marzo e -10,0% ad aprile, solo in parte ricompensato dall’incremento nel trimestre giugno-agosto (+3,1%). Negli ultimi mesi dell’anno il trend torna ad essere decrescente con picchi di forte contrazione nei mesi di settembre e ottobre (-5,1% e -5,0%).