Brandizzo, un anno dalla strage dove morirono 5 operai: i nuovi sviluppi

Sono numerose le persone e le società coinvolte nelle indagini. Ad oggi, gli indagati sono 15, tra cui quattro società

Redazione
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E’ passato un anno da quella maledetta notte tra il 30 e il 31 agosto, dove a Brandizzo, in provincia di Torino, 5 operai furono travolti e uccisi mentre lavoravano sui binari da un treno diretto al deposito e in viaggio a 160 chilometri all’ora. Una strage sul lavoro che ha sconvolto il Paese intero e per cui l’inchiesta, coordinata dalla Procura di Ivrea, è ancora in corso.

Sono numerose le persone e le società coinvolte nelle indagini. Ad oggi, gli indagati sono 15, tra cui quattro società. Le vittime non avevano avuto scampo: Kevin Laganà, 22 anni, la vittima più giovane, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo.

Brandizzo: le indagini

L’indagine guidata dal procuratore capo Gabriella Viglione e dall’aggiunto Valentina Bossi, è stata avviata subito dopo il tragico incidente. Sono stati raccolti migliaia di documenti, protocolli di sicurezza e testimonianze di operai ed ex dipendenti delle aziende coinvolte. Fin da subito è emerso che gli operai avevano aperto il cantiere prima che venisse data l’autorizzazione ufficiale e che la linea fosse bloccata. Sotto accusa finì il capo scorta di Rfi, Antonio Massa, che avrebbe dato il via libera alle operazioni nonostante la dirigente di movimento di Rfi, Vincenza Repaci, gli avesse detto più volte di aspettare a causa del passaggio di un treno in ritardo.

Brandizzo
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Andrea Girardi Gibin, il caposquadra Sigifer, l’azienda incaricata di effettuare i lavori di manutenzione, risulta inscritto nel libro degli indagati. I due devono rispondere di disastro ferroviario e omicidio con dolo eventuale. Successivamente, gli interrogatori dei colleghi delle vittime portarono alla luce che lavorare sui binari prima che arrivasse lo stop della linea fosse “una prassi” comune per rispettare i tempi dei contratti di subappalto. Dettaglio che portò all’iscrizione sul registro degli indagati di Sigifer e di quattro manager, incluso il titolare Franco Sirianni, per disastro e omicidio colposi.

A novembre 2023, la Procura ampliò le indagini, inviando gli investigatori negli uffici di Rfi a Roma e Torino per esaminare le procedure di sicurezza sui binari, le certificazioni che attestano le capacità operative e professionali delle società che operano in subappalto per conto di Rfi e la formazione del personale. Vennero notificati due avvisi di garanzia a Gaetano Pitisci e Andrea Bregolato, rispettivamente responsabili dei lavori e della sicurezza. Anche Rfi e la Clf, la società di Bologna che aveva subappaltato i lavori alla Sigifer vennero iscritte nel registro degli indagati in base alla legge 231. Con loro altri tre manager, tra cui l’amministratore delegato Enrico Peola.

Brandizzo: le dinamiche del disastro

Alle ore 23.30 del 30 agosto, sette persone lavoravano sui binari della linea regionale Milano-Torino. La squadra è di una ditta appaltatrice esterna di Rete ferroviaria italiana (Rfi). C’erano 5 operai accompagnati da un capo cantiere della loro azienda, la Sigifer, e da un tecnico di Rfi. In quelle ore era previsto il passaggio di tre treni: uno di linea, uno di servizio e un terzo convoglio all’1.30. Stando alle registrazioni, alle 23.30, la sala operativa avrebbe fornito all’addetto Rfi a Brandizzo delle fasce orarie nel corso delle quali effettuare i lavori, in relazione ai previsti passaggi dei treni, ma nessun via libera ad avviare il cantiere. Il primo treno di linea transita alle 23.30 ed è possibile che sia stato erroneamente scambiato per il secondo.

Kevin Laganà, uno degli operai, posta un video sui social lungo quasi 7 minuti. Si sente una voce, non degli operai, che dice “Ragazzi se vi dico ‘treno’ andate da quella parte eh?”. Alle 23.45 un video di una delle telecamere di sorveglianza mostra un convoglio sfrecciare. Poco dopo il treno – con velocità di 160 kilometri orari – travolge e uccide gli operai mentre stavano eseguendo dei lavori di sostituzione di alcuni metri di binari vicino alla stazione. Il treno prosegue la sua corsa trascinando i corpi per almeno 500 metri, poi riesce a frenare e fermarsi.

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