Parla la sorella maggiore di Riccardo Claris, il ragazzo accoltellato al culmine di una lite tra tifosi a Bergamo, in via Ghirardelli, nei pressi dello stadio Gewiss.
Per Barbara Claris il triste epilogo è dovuto da “una società che ha perso il senso dell’umanità. Ha perso l’empatia, i valori fondamentali, il rispetto per la vita, per il lutto, per tutto” e non da “uno scontro finito male“.
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Le dichiarazioni della sorella
In una storia pubblicata sul suo profilo social della sua attività la donna dice la sua: “Non ha alzato le mani con nessuno e questo è certo. Dalle constatazioni delle forze dell’ordine molto probabilmente è stato colpito a caso alle spalle mentre tornava a casa“.
La società senza umanità, per Barbara, si evince da vari aspetti della vita: “Zero pazienza, liti, deliri, morti, ma anche giornalisti pressanti, commenti idioti, invenzioni solo per i click, nessuno che si degni di chiudere la bocca e rispettare chi come me, gli voleva bene sul serio“.
Un pensiero molto duro è rivolto anche alle nuove generazioni che “Cresciamo disagiati che se non sanno come replicare a parole dette faccia faccia, e non su questi fantastici schermi, salgono a casa scendono armati e ammazzano, alle spalle“.
L’ultimo pensiero è rivolto al fratello, “un bravissimo ragazzo, non un violento o criminale“, che ricorda con “affetto e amore, non solo un ultrà“.
L’arresto del sospettato
Un 19enne è stato arrestato con il sospetto che possa essere l’autore materiale del delitto. Si tratterebbe di un 19enne, appartenente alla tifoseria dell’Atalanta, che avrebbe partecipato al litigio nato a seguito dell’intonazione di un coro dell’Inter, squadra tifata dalla vittima.
Il 26enne sarebbe stato ucciso vicino all’ingresso di casa e, a poca distanza dal suo corpo, sarebbero stati ritrovati sia la lama che il manico del coltello in ceramica utilizzato. Come riporta Agi, il fratello del 19enne fermato si troverebbe in carcere per un delitto di sangue che si sospetta sia stato commesso nel marzo 2025.
La ricostruzione dell’accaduto
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, la lite avvenuta a Bergamo avrebbe coinvolto una decina di giovani, tutti italiani, divisi da rivalità calcistica. La situazione sarebbe degenerata rapidamente in violenza: tra urla, minacce e botte, alcuni residenti avrebbero notato spranghe e bastoni in mano ai partecipanti.
Nel caos della rissa, un 18enne sarebbe tornato a casa per prendere un coltello, forse con la volontà di difendere suo fratello, anche lui coinvolto nella lite. Tornato in strada, il giovane avrebbe colpito il 26enne alle spalle, lasciandolo morente sull’asfalto. I colpi sono stati fatali e, nonostante i tentativi dei sanitari arrivati poco dopo l’una di notte, per la vittima non c’è stato nulla da fare.
Sarebbe stato lo stesso autore dell’accoltellamento a consegnarsi spontaneamente ai carabinieri dopo la tragedia. Gli investigatori sono ora al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, ascoltando testimoni e visionando immagini delle telecamere della zona. L’obiettivo è chiarire i motivi che hanno portato alla rissa e identificare eventuali altri responsabili o coinvolti.
Non un caso isolato
Il triste fatto si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra giovani legate spesso a rivalità sportive, che spesso e volentieri degenerano in episodi di grave violenza.
Solo negli ultimi mesi, numerosi sono stagli gli incidenti di questa entità. Tra tifosi di Potenza e Avellino nel novembre 2024, dove sono stati utilizzati petardi e bastoni, con conseguenti Daspo per i responsabili. Ad aprile scorso, prima della partita Bologna-Napoli allo stadio Dall’Ara, un gruppo di circa cento tifosi napoletani armati di mazze ha tentato di raggiungere la curva bolognese, causando scontri con la polizia e il ferimento di un agente.
Nello stesso mese, il derby Lazio-Roma allo Stadio Olimpico ha visto violenti scontri tra tifosi e forze dell’ordine, con tredici agenti feriti e l’uso di cariche e idranti per contenere la situazione.
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