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Attentato Ranucci, il giornalista in procura: “Individuate 5 tracce da seguire”

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Le ultime minacce sono del novembre 2024 quando fuori casa trovò due proiettili P38 all’esterno di casa sua. Ora, quello che lui stesso ha descritto come un salto di qualità” nei suoi confronti. Sigfrido Ranucci è rimasto vittima di un attentato la scorsa notte che ha visto la sua auto e quella della figlia esplodere a causa di un ordigno rudimentale.

Ed è durata circa due ore, l’audizione del conduttore di Report presso la Procura di Roma. All’atto dell’istruttoria ha preso parte il procuratore capo Francesco Lo Voi e il sostituto della Dda, Carlo Villani. Nel procedimento oltre al danneggiamento aggravato dal metodo mafioso si contesta anche la violazione della legge sulle armi in relazione all’ordigno scoppiato all’esterno della villetta di Pomezia, dove il giornalista vive con la sua famiglia.

Ho sentito in queste ore la vicinanza dei colleghi e degli amministratori” della Rai “che sono venuti a via Teulada“, ha spiegato Ranucci all’uscita degli uffici della procura puntualizzando come a suo parere non accadevano episodi del genere dai tempi dell’attentato compiuto a scapito di Maurizio Costanzo. E con i magistrati, Ranucci afferma di aver delineato “un contesto” fatto di “quattro-cinque tracce importanti” che però “per coincidenza alla fine riconducono sempre agli stessi ambiti“.

Non è entrato nei particolari il conduttore ma ha tenuto a specificare che si tratta di questioni sempre “molto complesse da provare“. Di certo, a suo favore, la presentazione di denunce per minacce ricevute dal 2021, tra “quattro le più pesanti“. Per il momento, comunque, il giornalista del programma di inchiesta specifica che i fascicoli aperti sarebbero tutti a contro ignoti.

Intanto, è anche emerso il racconto di un passante, testimone di aver visto un uomo incappucciato la sera dell’attentato a poca distanza dall’abitazione di Ranucci. In base a quanto è stato possibile apprendere, l’uomo avrebbe raccontato agli inquirenti di una presenza sospetta. I primi accertamenti esiti delle indagini finora condotte, hanno inoltre non si potrebbe escludere che chi ha posizionato l’ordigno rudimentale abbia seguito gli spostamenti del giornalista e il percorso seguito per rientrare nella villetta. Un’ipotesi che è stata ispessita anche dal ritrovamento di un’auto rubata non poco distante dall’abitazione di Ranucci.

In ogni caso, a confortare il giornalista i numerosissimi messaggi di solidarietà ricevuti da colleghi, politici, spettatori. E Ranucci alle sei di questa sera si è affacciato dal primo piano della sede Rai di via Teulada e stringe le braccia al petto, asciuga le lacrime e lancia baci ai cronisti presenti per fargli sentire la propria vicinanza e sostegno. E così, la giornata iniziata in modo a dir poco drammatica, sfuma al calar del sole sulle grida della folla radunata: “Siamo noi la tua scorta“.

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