Il segretario generale della sigla sentito come testimone nell’ambito del processo sui disordini scoppiati il 9 ottobre 2021
“Arrivai nella sede intorno a mezzanotte: mi si presentò un quadro di devastazione”. Sono le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che mercoledì è stato sentito come testimone nell’ambito del processo per l’assalto alla Cgil del 9 ottobre del 2021. Il procedimento vede imputati, tra gli altri, i leader del movimento di estrema destra, Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, e vuole fare chiarezza sulla violenza messa in atto a margine di una manifestazione No Vax.
“E’ stato un atto contro i lavoratori che hanno deciso di organizzarsi in una organizzazione sindacale. E’ stata una devastazione inaccettabile”, ha spiegato Landini. “Ricordo che ho ricevuto delle telefonate in cui mi raccontavano cosa stava accadendo, sono, quindi, salito in auto e mi sono precipitato a Roma. Appena arrivato ho notato che la portineria era stata totalmente distrutta. I computer rotti, tavoli rivolti e una opere d’arte di Calabria era stata sfregiata tanto che poi abbiamo dovuto effettuare un restauro”.