A Bologna il convegno che parte dall’enciclica Laudato Sì, con gli interventi del cardinale Zuppi e delle altre istituzioni sociali
«Difendere la casa comune è dovere di un buon cristiano». Così il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, intervenendo al convegno sul tema “L’urgenza di una transizione ecologica dal basso. Una cassetta degli attrezzi per il cambiamento”, promosso all’interno del Festival Francescano in corso a Bologna.
Le parole del cardinale Zuppi
«Se la casa viene distrutta – ha spiegato Zuppi nel suo intervento – l’Uomo non può più viverci. Dio ama l’Uomo, e gli affida il dono del Suo Creato. Responsabilità dei cristiani è difendere la casa comune. Papa Francesco ha parlato di conversione ecologica, non perchè ha avuto un sogno verde, ma perchè se non ci convertiamo all’ecologia l’Uomo e’ minacciato; e siccome Dio ama l’Uomo e gli affida il dono del Suo Creato, sta a noi, anche con la responsabilità dei cristiani, difendere la casa comune».
Le altre parti sociali sul tema ambiente
Sul tema è intervenuto anche Andrea Abodi, presidente del Credito Sportivo. «Gli obiettivi dell’Enciclica Laudato si’ e dell’Agenda 2030 ispirano, sostanziano e qualificano il mandato istituzionale attraverso il quale l’Istituto per il Credito Sportivo esercita la sua funzione di banca pubblica, che in questi anni ha consolidato il suo ruolo sociale, al servizio dello sviluppo sostenibile dell’Italia attraverso lo Sport e la Cultura. Con il nostro lavoro quotidiano cerchiamo di contribuire al miglioramento delle infrastrutture sportive e culturali, materiali e immateriali, affidando fiducia finanziaria a due settori che sono parte integrante di quelle che possiamo definire le indispensabili ‘difese immunitarie sociali’, individuali e collettive». «Oggi abbiamo ancora nel mondo 770 milioni di adulti, giovani e bambini analfabeti; 244 milioni sono fuori dal processo educativo – ha ricordato Stefania Giannini, vicedirettrice dell’Unesco con delega all’Educazione – E’ il momento di cambiare radicalmente il paradigma di sviluppo. Durante la pandemia abbiamo scoperto che la grammatica e il vocabolario del secolo scorso, ispirati piu’ a principi di competitivita’ e individualismo, per sopravvivere devono essere sostituiti da una nuova realta’ di convivenza, ispirata ai principi di solidarieta’ e cooperazione che costruiscano la grammatica e il vocabolario di questo secolo».