Il fenomeno delle aggressioni in ospedale è in aumento e le previsioni per il futuro non sono rassicuranti. Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), ha lanciato l’allarme: “Il numero delle aggressioni agli operatori sanitari tenderà a crescere, principalmente a causa dell’invecchiamento della popolazione e del conseguente aumento della domanda di assistenza sanitaria per anziani e persone fragili”.
Questo crescente bisogno di salute si scontra però con un sistema sanitario in affanno. “I servizi sanitari sono depauperati, sia in termini di personale che di strumentazioni”, ha spiegato Scotti. La situazione è ulteriormente aggravata dalla riduzione dei posti letto negli ospedali e dalla carenza di personale, soprattutto durante il periodo estivo, quando molti operatori sono in ferie. “Il risultato è che i pronto soccorso sono intasati e molti cittadini non comprendono appieno il funzionamento del triage. Ognuno rivendica la propria urgenza come primaria, non sapendo aspettare, e questo porta spesso ad aggressioni verso il personale sanitario, come accaduto recentemente all’ospedale di Castellammare di Stabia”.
Scotti sottolinea l’importanza di educare le nuove generazioni, già nelle scuole, sul corretto utilizzo dei servizi pubblici attraverso l’educazione civica. “Tuttavia, il problema principale rimane la carenza numerica di medici sul territorio, aggravata dal fatto che molti stanno andando in pensione. La situazione rischia di peggiorare con l’introduzione delle Case di Comunità, se non si prendono provvedimenti adeguati“.
Per affrontare questa emergenza, Scotti propone un incremento del personale sanitario, sia negli ospedali che sul territorio, e una riforma della formazione medica, orientandola verso i reali bisogni del Paese. “In Italia abbiamo bisogno di meno dermatologi e chirurghi estetici, e di più medici di medicina generale,” ha concluso.
