Fermati due dei quattro uomini che, partiti dalla Lituania, hanno messo a segno il furto in una gioielleria sulle sponde lacustri piemontesi
Sono partiti dalla Lituania, nel novembre 2021, per mettere a segno una rapina lontana ben 3mila chilometri da casa. Il bersaglio della banda di ladri, fermata nella giornata di ieri dai carabinieri in collaborazione con l’Unità Si.Re.Ne. per la Cooperazione Internazionale di Polizia, è una gioielleria di Arona, città novarese sulle sponde del lago Maggiore.
Una refurtiva totale dal valore di 150mila euro, effettuata con un tempo record di 1 minuto e 28 secondi. Le indagini si sono rivelate complesse ed articolate, che hanno costretto le autorità confrontarsi con una realtà criminale molto più grande di quella attesa, dal respiro internazionale.
Dei quattro uomini della banda, due sono stati arrestati, mentre un’altra coppia è stata individuata ma è ancora in fuga. Le ricerche sono in continuo svolgimento: ora per l’organizzazione scatta l’accusa di rapina aggravata.
La ricostruzione della rapina
Un colpo messo a segno nei minimi dettagli quello che ha colpito la gioielleria di Arona, sul lago Maggiore. La banda di ladri, partiti dalla Lituania, è arrivata nella cittadina piemontese con anticipo, per studiare e osservare i movimenti del negozio preso di mira.
Due giorni in totale: uno per entrare nel negozio, fingersi clienti e scrutare nei minimi dettagli la merce esposta per poi compiere un acquisto. Il secondo per visitare nuovamente la gioielleria e, con la scusa di voler perfezionare la spesa del giorno prima, mettere a segno il colpo.
Dei quattro uomini della banda, tre entrano direttamente in negozio col volto parzialmente coperto da una mascherina chirurgica e minacciano i commessi, rovistando fra i prodotti esposti. Dopo aver preso i gioielli, consegnano la refurtiva e le armi a un quarto uomo, che fugge in bicicletta nella direzione opposta a quella in cui scappano i compagni della sua banda.
Un modus operandi collaudato e internazionale
Dalla indagini coordinate con le unità investigative internazionali, è emerso che la banda di rapinatori professionisti, originari della Lituania, seguisse uno schema ormai collaudato. Secondo le autorità incaricate di seguire lo sviluppo degli eventi, è molto probabile che i quattro abbiano messo a segno furti in altri paesi europei, procedendo con lo stesso modus operandi.
Un percorso ormai tanto affinato nel tempo che era stato strutturato in modo tale da lasciare le minori tracce possibili agli investigatori. Ancora non è chiaro, tuttavia, se le mete prescelte dall’organizzazione criminale si avvalgano di complici, disposti a ospitare e aiutare la banda nel mettere a segno il colpaccio.