Giani, “rigassificatore ci renderà autosufficienti dalla Russia”. Per Urso “saremo indipendenti entro l’anno”. Rixi, “Ponte sullo Stretto fondamentale anche per salvaguardia ambiente”
L’Italia pronta a “stupire il mondo”, grazie a importanti passi avanti dal punto di vista economico e infrastrutturale. Parliamo dell’indipendenza del gas grazie al rigassificatore di Piombino e dell’ok definitivo del Ponte sullo Stretto, che segneranno importanti passi avanti del paese.
Giani: “Rigassificatore ci renderà autosufficienti dalla Russia”
“L’Italia deve dire grazie a Piombino e alla Toscana. Dobbiamo renderci autosufficienti dalla Russia per il
gas e questa opera contribuirà in modo determinante con 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Adesso avanti con le compensazioni per il territorio”. Così su Facebook il presidente della Regione Toscana,
Eugenio Giani, che ha seguito le operazioni di attracco della nave rigassificatrice Golar Tundra nel porto di Piombino.
Urso: “Saremo indipendenti entro l’anno”
Con l’arrivo della nave rigassificatore Golar Tundra davanti alla costa di Piombino, è “rispettato il
cronoprogramma per consentire al nostro Paese di liberarsi del tutto, entro quest’anno, dalla dipendenza del gas russo”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ai microfoni di Radio24. Quando arriverà “l’altra nave a Ravenna – ha aggiunto – azzereremo la dipendenza. Siamo già passati dal 40% di import di gas dalla Russia nel 2021 al 16% dello scorso anno. Con queste navi completeremo la nostra autonomia, anche grazie agli accordi fatti con l’Algeria” e quelli del “raddoppio del Tap dall’Azerbaigian” e dalla riapertura “dello storico gasdotto dalla Libia” e dal gas “che potrà arrivare dal Mediterraneo orientale”.

Rixi: “Con Ponte sullo Stretto saremo capaci di stupire il mondo”
Il Ponte sulla Stretto e’ un grande progetto, uno sul quale non abbiamo mai avuto coraggio di andare
fino in fondo”. Così il viceministro alle Infrastrutture e i trasporti, Edoardo Rixi, in un’intervista al Giornale. “Noi – e dobbiamo ricordarcelo – siamo ancora gli italiani capaci di stupire il mondo per le opere che facciamo. Noi siamo lo scacchiere del Mediterraneo. Il nostro compito e’ anche quello di non assecondare la dinamica internazionale che ha visto il baricentro spostarsi dall’Europa al nord Europa, sino al Sud est asiatico – osserva -. Se vogliamo essere un Paese industrializzato, dobbiamo dimostrare al mondo di saper fare queste opere. Come nel caso del ponte di Genova: qualcuno non credeva che ce l’avremmo fatta in due anni, alla fine ci abbiamo messo anche meno”. – “Se pensiamo di fare economia di scala con Cina e States siamo già morti”, premette. “Dobbiamo avere un guizzo in più. Pensiamo che partendo nell’immediato e riaprendo i cantieri, saremo in grado di stupire di nuovo il mondo”.
L’Italia dei no? “E’ quella che ha fatto venire giù il Ponte Morandi. Quella di quelli che scrivevano che il Morandi sarebbe sopravvissuto, che non c’era bisogno di metterci mano. La stessa che ha fermato i lavori della Gronda”. “Siamo una delle nazioni più sviluppate al mondo. Un luogo dove la politica del no non può esistere. Può esistere un miglioramento dei progetti, con considerazioni sullo sviluppo sostenibile. Ma questo vuol dire trovare soluzioni intelligenti e non frapporre no assurdi e ideologici. Il Ponte sullo Stretto, per dire, sarà fondamentale pure sotto il profilo ambientale, per via del quantitativo di Co2 che l’opera e’ destinata a ridurre”, conclude.