L’intesa è stata votata all’unanimità e sottoscritta da tutti e 196 membri delle Nazioni Unite. Verranno sbloccati 30 miliardi di dollari all’anno ai Paesi in via di sviluppo
Un accordo storico per fermare la distruzione di specie ed ecosistemi da decenni in atto nel pianeta, è stato raggiunto quest’ultimo mese del 2022 a Montreal, alla Cop15, la UN Convention on Biological Diversity.
L’intesa è stata definita “un patto di pace con la natura” e l’obiettivo è quello di proteggere terra e oceani da crisi climatica, inquinamento e degrado provocato dall’uomo.
30 miliardi di dollari all’anno per salvaguardare il 30% del pianeta entro il 2030
Cosa accadrà quindi? Verranno sbloccati 30 miliardi di dollari all’anno in aiuti ai Paesi in via di sviluppo per la protezione dell’ambiente, salvaguardare così il 30% del pianeta entro il 2030 e tutelare i popoli indigeni, che sono i più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici. Un grade traguardo per l’intera umanità. La Cop15 è stata un vertice internazionale atteso da tempo, dopo quasi due anni di rinvii causati dalla pandemia, fondamentale per continuare gli sforzi degli Aichi Biodiversity Targets, stabiliti nel 2010 all’inizio del Decennio delle Nazioni Unite sulla biodiversità.
“Il più ambizioso piano globale mai sviluppato per la biodiversità”
L’accordo raggiunto al termine dei negoziati a Montreal è stato votato all’unanimità e sottoscritto da tutti e 196 membri delle Nazioni Unite. Da molti viene considerato come “il più ambizioso piano globale mai sviluppato per la biodiversità”. I principali punti chiave sono: la conferma dell’obiettivo 30-30, ovvero l’impegno di proteggere entro il 2030 il 30% delle terre e delle acque del Pianeta; il riconoscimento della necessità di dotare il Global Biodiversity Framework di un’adeguata copertura finanziaria prevedendo 200 miliardi di dollari entro il 2030.
Ciafani: “Serve azione forte e decisa da parte dei governi
“L’accordo finale approvato a Montreal a conclusione della Cop15 rappresenta un primo passo per proteggere la biodiversità nel mondo, ma non è sufficiente – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – Per garantirne l’efficacia, serve un’azione forte e decisa da parte dei governi che dovranno attuare l’Accordo a livello nazionale. Ai singoli Paesi è stata, infatti, lasciata troppa discrezionalità, per questo sarà fondamentale che i singoli Stati implementino politiche specifiche a breve e a lungo termine per garantirne l’efficacia in tempi brevi e raggiungere gli obiettivi di conservazione della natura. A questo riguardo dall’Italia, che è il Paese europeo con maggiore biodiversità, ci aspettiamo un’azione politica seria e decisa in questa direzione. Non sono ammessi più ritardi, è ora di agire”.
Nicoletti (Legambiente): “Italia deve fare il suo tra cui favorire crescita Blu Economy”
“L’obiettivo globale 30-30, che si pone per la prima volta nella storia e che ha visto tutti i Paesi d’accordo – ha aggiunto Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente – rappresenta uno strumento preferenziale per porre un freno alla perdita di biodiversità. La crisi climatica, unita alla perdita degli habitat, all’inquinamento e allo sviluppo, stanno mettendo in serio pericolo la biodiversità del mondo. Dal canto suo tra le azioni che l’Italia può mettere in campo, a nostro avviso, è fondamentale incrementare le aree protette e le zone di tutela integrale; migliorare la conoscenza e il monitoraggio della biodiversità; rafforzare la rete Natura 2000 per garantire una migliore tutela e governance della biodiversità; promuovere una gestione integrata della costa, dando piena attuazione alla Strategia marina e favorendo la crescita della Blu Economy, in particolare nelle aree marine protette”.