Negli ultimi decenni crisi climatica ed esaurimento delle risorse fossili hanno spinto la comunità scientifica a cercare fonti più sostenibili e soprattutto pulite. In questo contesto, la fusione nucleare si sta affermando come una delle più importanti alternative per il futuro dell’energia.
A differenza delle attuali tecnologie basate su combustibili fossili, la fusione nucleare non produce gas serra e scorie nucleari pesanti, tipici della fissione nucleare. Moltissimi sono stati i progressi significativi grazie a investimenti su scala mondiale che hanno superato i 7,3 miliardi di dollari nel 2024.
Leggi Anche
Una fonte di energia pulita e quasi illimitata
La fusione nucleare è il processo che alimenta il Sole: due nuclei leggeri, come quelli dell’idrogeno, si fondono in un nucleo più pesante, rilasciando una quantità enorme di energia. Il primo progetto specificatamente dedicato è iniziato negli anni ’50 e il primo utilizzo avvenne in ambito militare: parliamo dell’operazione Greenhouse del 1951.
Il principale vantaggio della fusione nucleare risiede nella sua abbondanza e sostenibilità dato che i combustibili utilizzati sono il deuterio e il trizio, presenti in grandi quantità in natura. Questo procedimento inoltre non produce scorie radioattive a differenza della fissione, il che la rende una soluzione assolutamente green.
Una sfida tecnologica ancora da vincere
Il primo traguardo storico è stato raggiunto a dicembre 2022 dal National Ignition Facility (NIF) negli Stati Uniti, che ha prodotto più energia di quella impiegata per innescare la reazione a fusione.
In Europa il Joint European Torus (JET) ha stabilito un nuovo record mondiale nel 2023, rilasciando 69 megajoule di energia da soli 0,2 milligrammi di carburante durante una scarica di plasma di 5,2 secondi. Questa energia è sufficiente per percorrere circa 100km con un’auto elettrica con un consumo medio di 0,19 kWh/km o coprire il consumo di un’abitazione media italiana per due giorni.
Inoltre, la sicurezza in questo campo è uno dei vantaggi principali, dato che non esistono rischi di fusione del nocciolo o di esplosione, in caso di guasto o perdita di controllo la reazione si spegne da sola e non è presente materiali fissile, come l’uranio-235 o il plutonio-239, che possa essere usato per armi nucleari.
Il problema è che affinché avvenga la fusione, i nuclei degli atomi devono avvicinarsi abbastanza da superare la loro naturale repulsione elettrostatica. Ciò richiede temperature superiori a 100 milioni di gradi Celsius, calore in cui a materia è in uno stato chiamato plasma, estremamente instabile e difficile da contenere.
La fusione nucleare non è solo una promessa scientifica, ma una scommessa strategica per il futuro del pianeta da affiancare ad altre forme di fonti rinnovabili che soffrono di intermittenza, come l’energia solare o l’eolica.
© Riproduzione riservata