Poche precipitazioni nevose e zero termico molto alto: sembra primavera, ma dalla prima decade di gennaio si torna in “pista”
Come prassi degli ultimi anni il Gran Sasso subisce i riflessi del cambiamento climatico e a dicembre sembra di essere in primavera. Lo zero termico nel periodo si è spostato a quote più alte e le ridotte precipitazioni nevose si sciolgono più rapidamente. Basti pensare che nel 2020 a metà gennaio della neve e della stagione invernale ancora non c’era traccia.
Complici temperature più elevate e venti miti, la montagna che guarda al mare si presenta con radi residui di neve; anche salendo di quota le cime mostrano un innevamento ridotto.
La preoccupazione degli operatori turistici
Sembra primavera e per avere neve bisogna pazientare ancora una decina di giorni. E pensare che la stagione sciistica sul Gran Sasso non era partita male, infatti ad inizio dicembre le piste di Aquila Bianca, Osservatorio e Mirtillo presentavano un discreto manto nevoso. Poi l’innalzamento della temperatura e forti venti hanno procurato lo spazzamento della neve.
Inutile girarci intorno, la situazione desta forte preoccupazione. Lavoratori con contratto a tempo indeterminato messi in ferie e stagionali in attesa che inizi la “vera” stagione invernale. Operatori turistici che non possono contare per Capodanno sul manto bianco che attira il turista.
Non aiuta il fatto che mancano gli impianti di innevamento programmato. E stante la situazione non si può certo immaginare di tenere aperta la stazione sciistica in quanto lo sciatore chiede che le piste siano innevate.
La situazione ad oggi vede aperta la Funivia Stazione di Monte, chiuse le seggiovie e chiusi gli impianti. Neve neanche a cercarla, giornata poco nuvolosa e temperature percepite tra 0 e 1 grado °C.
Gran Sasso, requiem al ghiacciaio del Calderone
Tra le vette del Corno Grande e del Corno Piccolo si trova il ghiacciaio del Calderone, una conca ombrosa e fredda che consente il mantenimento di una zona glacionevata. Legambiente lanciò nel 2019 un allarme sul «ghiacciaio del Calderone» che stava scomparendo a causa dei cambiamenti climatici.
La comunità scientifica nel 2007 aveva declassato il Calderone a “glacionevato”, per Legambiente «un accumulo di ghiaccio di ridotta superficie e di limitato spessore». Esplicativo è il video «Requiem al ghiacciaio del Calderone – Gran Sasso d’Italia» prodotto da Legambiente in occasione del terzo sciopero mondiale per il clima del 27 settembre del 2019.
Video realizzato da Elia Andreotti con il sottofondo delle note della violinista Laura Zaottini.